Generali: crollano i profitti nel 2020, ma l’utile operativo è da record

Pierandrea Ferrari

11/03/2021

I profitti netti di Generali registrano un crollo del 34,7% nel 2020, ma l’utile operativo traccia un nuovo record a quota 1.744 miliardi di euro.

Generali: crollano i profitti nel 2020, ma l’utile operativo è da record

Tempo di conti per Generali: la compagnia triestina ha pubblicato oggi i risultati finanziari relativi al 2020, che evidenziano un crollo dei profitti netti dettato dai lockdown e dalla conseguente svalutazione degli investimenti, ma anche un utile operativo da record.

Risultati eccellenti”, l’interpretazione del CEO di Generali Philippe Donnet, che ha posto l’accento sulla resilienza della compagnia in piena crisi pandemica.

Generali: profitti giù, ma utile operativo da record

Il dato relativo ai profitti netti di Generali è inferiore a quello stimato da Intesa Sanpaolo alla vigilia, e vede la compagnia con base a Trieste fermarsi a quota 1.744 miliardi di euro, per una contrazione del 34,7% rispetto ai risultati dell’anno precedente.

A pesare sulla voce utili netti soprattutto il primo semestre, influenzato negativamente dalla prima ondata pandemica e dai conseguenti provvedimenti restrittivi implementati dal Governo Conte, che hanno finito per impattare sugli investimenti della compagnia.

Buone notizie, invece, sul fronte del risultato operativo, che riesce in piena crisi pandemica a tracciare un nuovo record storico per Generali a quota 5.208 miliardi di euro, per una variazione percentuale positiva dello 0,3% rispetto ai 5.192 miliardi del 2019. Il dato, spiega la compagnia, è stato comunque influenzato dalla crisi sanitaria, in un impatto stimato in 123 milioni di euro.

Generali, poi, ha proposto ai suoi azionisti un dividendo per azione di 1,47 euro, che sarà elargito in due tranche, la prima da 1,01, e la seconda da 0,46, con un il tasso di rendimento che si attesta attualmente all’8,84%.

Titolo Generali ancora sotto i livelli pre-pandemia

Occhi puntati ora sul titolo Generali, quotato a Piazza Affari: le azioni del Leone di Trieste vengono scambiate a 16,9 euro, certificando un rialzo su base mensile del 7,9%, ma per tornare sui livelli pre-pandemia c’è ancora strada da fare.

Il 14 febbraio dello scorso anno, infatti, il titolo scambiava a 18,7 euro, prima che il sell-off di marzo facesse sprofondare le azioni della compagnia assicurativa a quota 10,89. Da lì, poi, una graduale risalita, che vede però il titolo ancora in flessione del 9,4% rispetto alla quotazione che ha preceduto la prima ondata pandemica.

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