In Germania la possibilità di un embargo sull’energia russa fa paura. Il cancelliere tedesco ha messo in guardia su una potenziale recessione non solo nello Stato tedesco, ma in tutta Europa.
La Germania non nasconde preoccupazione sulla possibilità di un immediato stop alle importazioni di gas e petrolio dalla Russia.
Il cancelliere Scholz ha ricordato oggi che uno stop immediato dell’energia di Mosca verso l’Europa, e quindi anche verso Berlino, sarebbe un colpo non facile da gestire nel breve periodo.
Le ombre della recessione si fanno più dense nell’UE e la Germania teme un rallentamento della ripresa in questo 2022, come hanno mostrato le ultime stime al ribasso.
La Germania teme la recessione e le sanzioni energetiche
Un divieto immediato alle importazioni di energia russe scatenerebbe una recessione economica in Germania e in tutta Europa: queste le parole in sintesi del cancelliere tedesco, pronunciate al Bundestag prima di partecipare al vertice straordinario del 24 e 25 marzo a Bruxelles con leader UE e il presidente USA.
Il cancelliere Olaf Scholz è rimasto fermo sulla resistenza della Germania a un embargo immediato sui combustibili fossili russi e ha dichiarato chiaramente:
“Porremo fine a questa dipendenza [da petrolio, carbone e gas russi] il più rapidamente possibile, ma farlo da un giorno all’altro significherebbe far precipitare il nostro Paese e tutta l’Europa in una recessione...centinaia di migliaia di posti di lavoro sarebbero a rischio, intere industrie sarebbero sull’orlo”
Il cancelliere è stato sostenuto dal BDI, il principale gruppo di lobby d’affari tedesco, che ha avvertito come il taglio delle forniture di gas russo verso l’UE avrebbe conseguenze incalcolabili e “causerebbe interruzioni industriali, perdite di posti di lavoro e, in alcuni casi, ingenti danni agli impianti di produzione.”
Le osservazioni della Germania hanno assunto il significato di un netto rifiuto delle richieste di alcuni Paesi dell’UE, in particolare dell’Europa orientale, per un rapido divieto delle importazioni di energia russe in risposta alla guerra di Mosca in Ucraina.
Secondo Scholz, però, i tempi per un embargo così forte non sono maturi. Il processo di allontanamento dalla dipendenza energetica russa è già iniziato.
La Germania sta portando avanti il lavoro di diversificazione di approvvigionamento come gli altri Stati UE, puntando su terminali GNL esistenti e da costruire.
Tuttavia, con i prezzi di benzina e gas alle stelle, il timore di uno stop al mercato russo adesso è di una catastrofe inflazionistica.
I commenti del cancelliere, d’altronde, sono arrivati quando gli economisti hanno tagliato le loro previsioni di crescita per la più grande economia europea, avvertendo che l’impennata dei prezzi dell’energia e dei generi alimentari eroderà la fiducia e la spesa dei consumatori e delle imprese tedesche.
Peggiorano le stime di crescita della Germania
L’Ifo Institute, un think tank con sede a Monaco, ha ridotto le sue previsioni di crescita del PIL tedesco quest’anno tra il 2,2% e il 3,1%, in calo rispetto a una precedente stima del 3,7%.
Inoltre, ha affermato che i prezzi più elevati eroderebbero il potere d’acquisto dei consumatori di 6 miliardi di euro nel primo trimestre.
Il PIL tedesco è cresciuto del 2,9% l’anno scorso e, nonostante una contrazione negli ultimi tre mesi del 2021, la crescita avrebbe dovuto accelerare quest’anno, spinta dalla revoca delle restrizioni al controllo del coronavirus e dall’allentamento delle strozzature nell’offerta nell’industria.
Tuttavia, la dipendenza della Germania dalle importazioni di energia dalla Russia l’ha esposta all’impennata dei prezzi del petrolio e del gas, mentre il suo vasto settore industriale è colpito dall’interruzione delle forniture di materiali chiave da Russia e Ucraina.
Per quanto riguarda l’inflazione, i prezzi al consumo tedeschi sono aumentati del 5,5% rispetto all’anno precedente a febbraio e gli economisti si aspettano che continuino a crescere.
Christian Ossig, capo dell’associazione bancaria tedesca, ha dichiarato di aspettarsi un aumento dell’inflazione superiore al 7% nei prossimi mesi.
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