Un intervento di politica fiscale come quello paventato dalla Germania avrebbe un effetto positivo, almeno nel breve termine, per tutti i paesi che hanno relazioni industriali con la Germania, Italia compresa
La Germania è sul punto di abbandonare uno dei cavalli di battaglia storici delle politiche economiche del suo esecutivo.
Secondo quanto rivelato da fonti di stampa vicine al governo, Berlino starebbe valutando l’ipotesi di abbandonare l’obiettivo del pareggio di bilancio, in vigore da anni, per finanziare un ambizioso piano di investimenti in infrastrutture destinato a far fronte alle mutazioni climatiche.
Berlino cambia tattica di finanza pubblica: l’effetto sui Bund
Uno cambio di indirizzo di questo genere significa che la Germania dovrebbe incrementare il suo debito pubblico (naturalmente nel rispetto degli equilibri di bilancio), ossia aumentare l’offerta di Bund sul primario; uno scenario che si tradurrebbe in una conseguente risalita dei rendimenti, oggi schiacciati sui minimi storici sotto lo zero.
Infatti nel frattempo, per effetto della corsa degli investitori a proteggersi dai numerosi rischi e dalla recessione economica globale, la quantità di bond a rendimento negativo in circolazione nel mondo è arrivata alla cifra monstre di 15.000 miliardi di dollari.
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Secondo un analista interpellato da Money.it, se dovessimo inserire nel novero delle obbligazioni a rendimento negativo anche la carta con tasso nominale positivo ma tasso reale negativo, cioè quella con rendimento che non remunera nemmeno le attese di inflazione, arriveremmo a 30.000 miliardi.
Ecco perché un intervento di politica fiscale come quello che sta prendendo in considerazione la Germania avrebbe un effetto positivo, almeno nel breve termine, per tutti i paesi che hanno relazioni industriali con la Germania, Italia compresa.
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