Storica apertura da parte del Giappone agli immigrati: a causa della mancanza di lavoratori visto il calo demografico, arriveranno 340.000 immigrati.
Il problema è molto grave e il Giappone è pronto a correre ai ripari, aprendo per la prima volta nella sua storia all’arrivo di immigrati, argomento questo finora autentico tabù nel paese del Sol Levante.
Tutto nasce dal calo demografico che da tempo affligge il Giappone, con conseguente diminuzione della forza lavoro a disposizione di un’economia come quella nipponica che si basa molto sul manifatturiero.
Una mancanza questa che sta colpendo diversi paesi: mentre in Ungheria il presidente Orban ha deciso di aumentare le ore di straordinario dei lavoratori, il Giappone invece ha scelto di accogliere 340.000 immigrati.
Il Giappone apre agli immigrati
Tra tutti i paesi al mondo, vista anche la sua conformazione geografica, il Giappone è con ogni probabilità la nazione con il minor tasso di immigrazione: neanche il 2% dell’attuale popolazione è infatti straniera.
Oltre a questo però quello nipponico può vantare anche un altro primato, ovvero è il paese più vecchio al mondo precedendo l’Italia in questa speciale classifica. Oltre alla longevità dei giapponesi, influisce molto anche il vistoso calo demografico.
Tutti questi fattori hanno portato a una clamorosa crisi di forza lavoro. Per sopperire a questa mancanza, tempo fa è stato deciso di richiamare all’attività anche i pensionati, destinando loro le mansioni più semplici e meno faticose.
Tutto questo però naturalmente non è bastato a colmare questo deficit di lavoratori. Ecco dunque che il governo di Tokyo ha deciso di approvare un pacchetto di 126 misure che prevede, nei prossimi cinque anni, l’arrivo di 340.000 immigrati.
Il Giappone quindi ha avanzato questa proposta ai cittadini di undici paesi, con i nuovi lavoratori che dovrebbero arrivare soprattutto dalle Filippine e dal Vietnam. Per l’integrazione anche delle loro famiglie, sono stati stanziati 50 milioni di euro.
Problema anche italiano
Anche se in Italia non c’è crisi al momento di forza lavoro, le problematiche che sta vivendo il Giappone non sono sconosciute pure a casa nostra. Anche il Bel Paese infatti invecchia sempre di più, mentre al tempo stesso si fanno meno figli.
Non è un caso che il presidente dell’Inps Tito Boeri da tempo ha lanciato una sorta di allarme “servono più immigrati regolari”, visto che la spesa pensionistica da noi è ormai fuori controllo e andrà sempre peggio.
Parole queste che hanno indispettito Matteo Salvini, con il viceministro che ha incentrato tutta la sua campagna elettorale proprio contro gli immigrati. Il problema però rimane e non si può far finta di nulla.
L’Ungheria di Viktor Orban ha preferito far lavorare di più chi è già attualmente occupato pur di non accogliere gli stranieri. Per un’economia in crescita come quella magiara, la mancanza di forza lavoro è un grosso deficit.
Le esigenze economiche però non sempre vanno a braccetto con quelle politiche. Accogliere e integrare intere famiglie di immigrati può portare dei vantaggi all’economia del paese, meno però ai fini elettorali di chi è al governo.
Con una legge di Bilancio come quella targata Lega-Movimento 5 Stelle dove si incentiva il pensionamento, è ovvio che la spesa previdenziale subirà una nuova impennata. La speranza del governo carioca è che ci sia in contemporanea un aumento dei lavoratori tra chi è attualmente disoccupato: in caso contrario però l’Inps rischierebbe un autentico salasso.
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