Il giorno dopo le elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria alla Camera si voterà il ddl Costa che vuole eliminare lo stop alla prescrizione: in caso di flop del centrosinistra alle urne, Matteo Renzi potrebbe aprire una crisi.
Mentre tutte le attenzioni al momento sono rivolte a domenica 26 gennaio, giorno delle elezioni regionali in Emilia Romagna e Calabria, c’è anche un’altra data da segnare con il circoletto rosso per quanto riguarda il calendario politico.
Lunedì 27 gennaio, il giorno dopo il voto delle regionali, alla Camera prenderà il via la discussione sulle “modifiche alla legge n.3 del 9 gennaio” in materia di prescrizione del reato, con il ddl presentato dal deputato forzista Costa che dovrebbe essere messo ai voti.
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Si tratta di un testo che punta sostanzialmente a cancellare la riforma della prescrizione, in vigore dal 1 gennaio, voluta dal ministro Alfonso Bonafede e che di fatto per tutti i reati compiuti a partire dall’inizio del 2020 prevede uno stop alla prescrizione dopo il primo grado di giudizio.
In Commissione l’emendamento è stato bocciato per un solo voto, quello della presidentessa pentastellata suscitando diverse polemiche, visto che i renziani di Italia Viva avevano votato a favore insieme al centrodestra.
Matteo Renzi negli ultimi giorni ha ribadito come i suoi sono pronti a votare a favore del ddl Costa anche alla Camera, mettendo così numericamente in difficoltà la maggioranza di governo che rischierebbe di andare sotto.
Bivio elezioni regionali
La posta in palio alle elezioni regionali di domenica sembrerebbe essere molto più alta della sola scelta dei nuovi governatori. Nonostante le smentite di rito, una sconfitta del centrosinistra in Emilia Romagna potrebbe avere come per una sorta di effetto domino conseguenze anche sul governo.
Oltre a una grossa crisi interna al Partito Democratico, una debacle alle urne sarebbe la classica pistola di Sarajevo per Matteo Renzi con l’ex premier che potrebbe tentare lo sgambetto al governo durante il voto sulla prescrizione, magari con l’aiuto di qualche franco tiratore tra i dem dove non mancano deputati ancora a lui molto vicini.
Ma perché Italia Viva dovrebbe voler far cadere un governo fortemente voluto proprio dall’ex premier? Alla base ci potrebbe essere un discorso di mero calcolo politico, soprattutto guardando gli ultimi sondaggi elettorali.
Grazie alla richiesta di referendum in merito alla riforma del taglio dei parlamentari, se dovesse terminare questa legislatura nei prossimi mesi gli italiani tornerebbero al voto con l’attuale legge elettorale.
Questo vorrebbe dire niente sforbiciata al numero dei parlamentari, la riforma entrerebbe in vigore dopo il referendum se confermata, ma soprattutto una soglia di sbarramento al 3% invece che al 5% come previsto dalla riforma della legge elettorale presentata dal tandem PD-M5S.
Stando agli ultimi sondaggi, Italia Viva da sola sarebbe infatti intorno al 4% e rischierebbe di rimanere fuori dal Parlamento con la nuova legge elettorale mentre con il Rosatellum sarebbe salva.
Renzi e la tenuta del governo
Se si votasse tra pochi mesi Matteo Renzi potrebbe così confermare tutti gli attuali parlamentari di Italia Viva e magari facendo squadra con Azione di Carlo Calenda, +Europa e i carfaniani di Forza Italia, smarcarsi definitivamente dal centrosinistra creando un nuovo polo moderato e riformatore.
Questo però vorrebbe dire regalare il paese a Matteo Salvini, che fra due anni potrebbe eleggere un Presidente della Repubblica sovranista visto il probabile largo successo elettorale in caso di voto.
Se invece Stefano Bonaccini dovesse riuscire a vincere stoppando così l’avanzata della Lega, anche un incidente alla Camera sul tema della prescrizione potrebbe essere superato dai giallorossi.
Con anche le acque nel Movimento 5 Stelle che sembrerebbero essere agitate viste le dimissioni di Luigi Di Maio dal ruolo di capo politico, non resta che aspettare queste elezioni regionali e vedere cosa accadrà poi lunedì alla Camera dove potrebbero non mancare dei colpi di scena.
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