Le dimissioni di Luigi Di Maio da capo politico del Movimento 5 Stelle sono state confermate dopo la riunione di stamattina con ministri e viceministri grillini.
Le dimissioni Di Maio sono arrivate ufficialmente dopo la riunione da lui convocata stamattina. Il leader politico del Movimento 5 Stelle, quindi, lascia in modo irrevocabile la guida dei pentastellati.
Il tema era stato già annunciato e poi smentito 10 giorni fa.
Cosa succede ora nel Movimento? Che ci sia tensione è ormai una certezza, visto che, dall’inizio della legislatura, sono 31 i parlamentari grillini eletti che hanno deciso di lasciare il movimento. Tra cambi di partito, passaggi al Gruppo misto di Camera e Senato ed espulsioni, le fila dei 5 Stelle si sono assottigliate con un ritmo davvero incalzante.
La leadership dell’attuale ministro degli Esteri era iniziata a vacillare ancora prima che si verificassero queste preoccupanti defezioni. Per questo, alla notizia di una convocazione improvvisa per stamattina - mercoledì 22 gennaio - di segretari, ministri e viceministri pentastellati da parte del capo politico sono scattati i rumor: nel pieno della crisi del Movimento 5 Stelle, il leader lascia?
Ora le dimissioni di Di Maio sono diventate una certezza.
Dimissioni DI Maio: cosa succede ora nel Movimento 5 Stelle?
Il presente e il prossimo futuro del Movimento 5 Stelle è sempre più nebuloso e complesso. La giornata di ieri ha segnato un’altra tappa campale della crisi ormai latente all’interno del Movimento:i deputati grillini Michele Nitti e Nadia Aprile hanno lasciato i pentastellati per passare al gruppo misto.
In questo clima di tensione, nel quale pare che si stia perdendo qualsiasi possibile collante - ideologico e politico - all’interno del movimento, pesa adesso anche la decisione irrevocabile di dimissioni di Luigi Di Maio.
Il ministro degli Esteri parlerà alle 18 in una conferenza stampa. Quello che è certo, è che stamattina il capo politico dei pentastellati ha convocato d’urgenza e in modo inaspettato ministri, viceministri e segretari. E ha probabilmente espresso la sua impossibilità a continuare la guida di un movimento così in fibrillazione.
Lo scontento nei confronti della leadership grillina, infatti, è sempre più palese; la richiesta da parte della base pentastellata di un cambiamento è gridata a gran voce ogni giorno; la perdita di parlamentari è nota e continua; le critiche verso quelli che sembravano i punti fermi del movimento, come la piattaforma Rousseau, sono state importanti.
Luigi Di Maio ha lanciato gli Stati Generali a marzo, con l’intenzione di modificare tutto il movimento, rivedere le linee guida, i valori fondanti. Una riforma è assolutamente necessaria per non far scomparire del tutto la formazione politica dei 5 Stelle.
Intanto, tutti gli scenari sono aperti per il Movimento 5 stelle: con le dimissioni di Luigi Di Maio, infatti, la reggenza spetterebbe al componente più anziano del Comitato di garanzia, Vito Crimi. Ci si dovrebbe organizzare, quindi, per individuare nuovi vertici e un assetto strutturale completamente diverso.
La crisi del Movimento 5 Stelle sembra davvero arrivata al capolinea, in un frangente politico delicato per i grillini: dal governo con Salvini si è passati a quello in alleanza con il PD, mettendo in evidenza una non sempre chiara identità ideologica e di valori.
I prossimi giorni saranno importanti anche per capire quale strada prenderà il Movimento 5 Stelle nella sua crisi interna, dopo le appena annunciate dimissioni di Di Maio.
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