Green pass obbligatorio: quando, dove, per chi, controlli e sanzioni lavoro pubblico e privato

Fiammetta Rubini

20/09/2021

Il green pass in Italia diventa obbligatorio per andare al lavoro. Da quando e per chi? Dove non serve? Come si ottiene? Chi controlla? Cosa rischia chi non ce l’ha? Tutte le domande e risposte.

 Green pass obbligatorio: quando, dove, per chi, controlli e sanzioni lavoro pubblico e privato

Dal 15 ottobre il green pass, o certificazione verde Covid-19, diventa obbligatorio in Italia per tutti i lavoratori pubblici e privati. Regole, novità e sanzioni sono contenute nel decreto legge “Misure urgenti per assicurare lo svolgimento in sicurezza del lavoro pubblico e privato mediante l’estensione dell’ambito applicativo della certificazione verde COVID-19 e il rafforzamento del sistema di screening” approvato dal Consiglio dei ministri il 16 settembre e pubblicato in Gazzetta Ufficiale il 21 settembre 2021.

Già obbligatorio da luglio per i viaggi da e per l’estero, per le visite alle Rsa, matrimoni ed eventi, il green pass è stato poi esteso ad agosto per andare al ristorante, al cinema, agli eventi, in palestra, piscina, partecipare ai concorsi pubblici ma non solo. Dal 1° settembre è richiesto obbligatoriamente per scuola, università e mezzi di trasporto a lunga percorrenza.

Qui di seguito un utile riepilogo sul green pass obbligatorio: dove serve e dove no? Chi deve averlo? Cosa si può fare senza? Serve anche a chi ha la partita IVA? Come ottenerlo? Quanto dura? Chi controlla e cosa rischia chi non ce l’ha? Ecco tutte le risposte alle vostre domande.

Dove e quando serve il green pass?

Attualmente il green pass, ossia il certificato cartaceo o digitale che attesta l’avvenuta vaccinazione, l’esito negativo a un tampone molecolare o rapido effettuato 48 ore prima o la guarigione dal Covid-19, è obbligatorio per tutte le persone dai 12 anni in su nei seguenti luoghi e situazioni:

  • ristoranti e bar per servizio al tavolo al chiuso
  • palestre, piscine, sport di squadra, centri benessere
  • musei e mostre
  • cinema, teatri, sale da concerto
  • spettacoli dal vivo e competizioni sportive
  • sagre, fiere, congressi e convegni
  • eventi privati, matrimoni, cerimonie
  • concorsi pubblici
  • sale gioco, sale scommesse, bingo e casinò
  • parchi tematici, parchi divertimento, centri termali
  • centri culturali, sociali e ricreativi al chiuso, ad esclusione di centri educativi per l’infanzia
  • mense per dipendenti privati e pubblici
  • aerei, navi e traghetti interregionali a esclusione dello Stretto di Messina, treni di tipo Intercity, Intercity Notte e Alta Velocità, autobus che collegano più di due Regioni e autobus adibiti a servizio di noleggio con conducente, a eccezione di quelli aggiuntivi al servizio pubblico locale e regionale
  • ospedali e Rsa
  • scuola e università

A partire dal 15 ottobre la misura viene estesa a tutti gli ambiti lavorativi: dal settore pubblico al privato, lavoratori autonomi e domestici compresi, tutti dovranno avere il green pass per poter entrare in sede e svolgere la propria attività. Ecco per chi e dove sarà obbligatorio il green pass al lavoro:

  • dipendenti pubblici
  • dipendenti privati
  • lavoratori autonomi e partite IVA (es: idraulici, elettricisti...)
  • deputati, senatori, consiglieri regionali e cariche elettive
  • associazioni di volontariato
  • colf, badanti e baby sitter
  • studi professionali
  • tribunali (per magistrati ordinari e onorari, amministrativi, contabili, militari, avvocati e procuratori dello Stato, componenti delle commissioni tributarie)

Chi non ha l’obbligo di green pass?

Di fatto restano esclusi dall’obbligo di green pass

  • pensionati
  • casalinghe
  • disoccupati
  • studenti di scuola
  • chi ha una certificazione medica di esenzione dal vaccino
  • i bambini sotto i 12 anni, esclusi per ragioni di età dalla campagna vaccinale

Il green pass non servirà neppure ad avvocati e altri difensori per entrare in tribunale così come a consulenti, periti e altri ausiliari del magistrato estranei alle amministrazioni della giustizia, testimoni e parti del processo.

Chi non ha il green pass può lavorare in smart working?

In assenza del green pass lo smart working può essere concordato, ma quello che è certo è che non possedere la certificazione non può dare in automatico diritto al lavoro da remoto. Se per esigenze di ufficio il datore di lavoro chiede al dipendente di lavorare da casa non è richiesto il certificato, ma se la sua presenza in sede è richiesta dovrà essere munito di certificazione; in caso contrario verrà considerato assente ingiustificato con conseguente sospensione dello stipendio fin dal primo giorno. Infatti il green pass non serve per lavorare, ma solo per accedere al posto di lavoro.

Dove non serve il green pass?

Il green pass non è obbligatorio per:

  • andare a fare la spesa o shopping nei negozi
  • andare in chiesa
  • sbrigare pratiche burocratiche negli uffici pubblici
  • andare a votare alle elezioni
  • prendere bus, metro, tram, taxi, Ncc
  • andare dal medico o dal dentista
  • frequentare piscine, palestre e centri sportivi all’aperto
  • prendere il caffè al bancone del bar o ai tavoli esterni
  • mangiare al ristorante al tavolo fuori
  • soggiornare e consumare pasti in hotel e b&b se si è clienti
  • andare alle terme nel caso di erogazione delle prestazioni rientranti nei livelli essenziali di assistenza e allo svolgimento di attività riabilitative o terapeutiche

Come ottenere il green pass e quanto dura?

Ci sono 3 modi per ottenere il green pass:

  • tramite il vaccino anti-Covid
  • tramite un tampone molecolare o antigenico rapido negativo
  • tramite guarigione dal Covid-19 entro i 6 mesi precedenti.

Il green pass tramite vaccino è valido dal 15° giorno dalla prima dose e fino alla data del richiamo. Dopo la seconda dose dura 12 mesi.
Il tampone negativo dà diritto al green pass che dura 48 ore dall’esito in caso di test rapido antigenico, mentre per quanto riguarda il molecolare, la validità viene estesa a 72 ore. Tra i tamponi validi per ottenere il green pass anche il test salivare ma solo se molecolare.

Chi controlla il green pass?

Gli addetti al controllo del green pass sono:

  • pubblici ufficiali nell’esercizio delle relative funzioni
  • personale addetto ai servizi di controllo delle attività di intrattenimento e di spettacolo in luoghi aperti al pubblico o in pubblici esercizi iscritto nell’elenco di cui all’articolo 3, comma 8, della legge 15 luglio 2009, n. 94
  • soggetti titolari delle strutture ricettive e dei pubblici esercizi per l’accesso ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati
  • proprietario o il legittimo detentore di luoghi o locali presso i quali si svolgono eventi e attività per partecipare ai quali è prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati
  • gestori delle strutture che erogano prestazioni sanitarie, socio-sanitarie e socio-assistenziali per l’accesso alle quali in qualità di visitatori sia prescritto il possesso di certificazione verde COVID-19, nonché i loro delegati.

Al lavoro i controlli sono sempre affidati al datore di lavoro o a un suo delegato.

Multe e sanzioni

Ma cosa rischia chi è senza green pass al lavoro? Non scatta il licenziamento, ma chi ne è sprovvisto viene considerato assente ingiustificato e viene sospeso lo stipendio. Il mancato possesso di green pass infatti equivale ad assenza ingiustificata. Nelle aziende con meno di 15 dipendenti dopo il quinto giorno di assenza ingiustificata “il datore di lavoro può sospendere il lavoratore per la durata corrispondente a quella del contratto di lavoro stipulato per la sostituzione, comunque per un periodo non superiore a dieci giorni, rinnovabili per una sola volta, e non oltre il predetto termine del 31 dicembre 2021.”

Chi viene beccato senza certificazione al lavoro può essere sanzionato con una multa che va dai 600 ai 1.500 euro. Anche chi non effettua i controlli può essere sanzionato con una multa che va dai 400 ai 1.000 euro.

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# Lavoro

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