Sono founder, ingegneri, esperte di finanza o tecnologia: queste donne e le aziende che rappresentano stanno spingendo l’innovazione verso il crollo delle barriere all’empowerment tecnofinanziario.
Oggi si parla tanto di parità di genere e inclusività. Tutti la cercano, tutti la rivendicano. In un’epoca in cui la tecnologia e la digitalizzazione la fanno ormai da padrone, una speranza non può che arrivare dal fintech, o tecnologia finanziaria. Il fintech, che con la sua promessa di raggiungere miliardi di persone ovunque e a costi inferiori, può promuovere la finanza inclusiva, ridurre le disparità, il divario di genere e dare potere alle donne.
Secondo i dati della Banca Mondiale, c’è però ancora tanta strada da fare. Nel mondo ci sono molte più donne unbanked rispetto agli uomini, guadagnano di meno e sono meno propense alla gestione delle finanze e all’investimento. Anche nell’utilizzo di prodotti e servizi fintech c’è un gap: il 28% degli uomini contro il 21% delle donne (dati: Bank for International Settlements 2021).
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Fintech: femminile singolare
In generale, anche se il fintech è un settore più inclusivo nell’ecosistema economico e finanziario, è ancora a prevalenza maschile. Ma ci sono sempre più casi eccezionali di leadership al femminile: fondatrici, investitrici, imprenditrici startupper, ingegneri ed esperte di finanza o tecnologia che stanno spingendo l’innovazione per sviluppare nuovi sistemi e strumenti finanziari che rimuovono le tradizionali barriere all’empowerment tecnofinanziario.
In questo articolo ve ne presentiamo 7. Queste donne, e le aziende che rappresentano, sono la dimostrazione che il mondo della finanza e quello della tecnologia stanno cambiando rapidamente e che in un panorama ampiamente dominato dai maschi, soprattutto ai vertici, talento, competenze e determinazione possono fare la differenza.
Siri G. Børsum, Huawei
Una di queste donne è Siri G. Børsum, global VP Finance Vertical – Eco-Development & Partnerships di Huawei. Nella classifica delle 50 donne più influenti del tech in Norvegia, già Head of Industry e della Trasformazione Digitale in Google, oggi Siri guida un team che lavora sui servizi finanziari su AppGallery, il marketplace di Huawei, il terzo app store a livello globale con 530 milioni di utenti attivi al mese e che offre un’ampia varietà di app tra cui le principali app bancarie e di servizi finanziari.
Foto: Siri G. Børsum, Huawei
“La centralità dell’esperienza dell’utente deve essere il focus per fornitori di app, banche e società finanziarie, ecco perché le partnership sono fondamentali in Huawei”, spiega Børsum in un articolo sull’importanza della concorrenza nel fintech per offrire ai consumatori una scelta più ampia e personalizzata, e di conseguenza la possibilità di prendersi più cura della propria salute finanziaria.
Lavorando con una suite di partner globali e applicando tecnologie mobili, dati, architettura aperta e sicurezza, Huawei ha sviluppato soluzioni finanziarie integrate (compresi portafogli mobili, pagamenti mobili e piattaforme di finanziamento per micro e piccole imprese) per alimentare la crescita di servizi finanziari inclusivi e promuovere la digitalizzazione delle banche e delle aziende, sia grandi che piccole.
A inizio anno la soluzione di pagamento mobile Bluecode è stata resa disponibile per gli utenti Huawei tramite AppGallery e Huawei Wallet, consentendo loro di effettuare pagamenti contactless con i loro smartphone Huawei tramite codici QR nei negozi. Ma è solo uno dei passi che la società sta facendo verso un’offerta sempre più ampia e innovativa in ambito fintech.
Con il boom dei pagamenti digitali, le banche tradizionali in Cina stanno diventando meno importanti in una società mobile-first, e stiamo iniziando a vedere la stessa tendenza in atto in Europa, sulla spinta della pandemia. Davanti a una crescita dei pagamenti mobili prevista del 24,5% tra il 2021 e il 2026, Huawei sa che le funzionalità mobili sono fondamentali per le banche future.
Ma in Huawei quello di Siri G. Børsum non è un caso isolato. In azienda, dove la “quota rosa” nelle posizioni manageriali è ben rappresentata, ci sono molte donne ingegnere e manager. Tra queste Teresa He, presidente di HiSilicon, Wan Lei e Peiying Zhu, ingegneri esperte di reti wireless e 5G, e Catherine Chen, Corporate Senior Vice President di Huawei e direttore del consiglio di amministrazione dell’azienda.
“Colmare il gender gap nel settore digitale è una priorità assoluta di Huawei. Il nostro obiettivo è ispirare una nuova generazione di donne a lavorare nella tecnologia”, dichiara Abraham Liu, rappresentante capo di Huawei presso le istituzioni europee.
L’azione concreta verso questo impegno viene intrapresa dal colosso cinese su diversi fronti: creazione di opportunità di lavoro per le donne e supporto della leadership femminile in un settore tradizionalmente dominato dagli uomini, istruzione e divulgazione delle competenze digitali ICT, e sviluppo di tecnologie e servizi disegnati su misura della donna e delle sue esigenze per migliorare il suo benessere.
Numerose le iniziative lanciate a livello locale e internazionale dal colosso cinese in oltre 10 anni: da Seeds for the Future per coltivare i talenti e formare studenti nel settore ICT ai più recenti Huawei Women Developers, il programma per le donne sviluppatrici, e HUAWEI4HER, la serie di attività lanciata in Europa per aiutare a rafforzare la voce delle donne e favorire la diversità e l’inclusione nel settore tecnologico. Lo scorso marzo Huawei ha tenuto il suo primo evento Women in the Digital Era a Bruxelles, dove le esperte di tecnologia hanno condiviso le proprie esperienze e discusso su come eliminare gli stereotipi e attrarre più donne nel settore della tecnologia. Hanno anche condiviso storie sul ruolo positivo che le donne hanno svolto nel guidare la lotta contro il Covid-19 nell’industria tech.
Anne Boden, Starling Bank
E poi c’è Anne Boden, CEO e founder di Starling Bank e una carriera trentennale nella finanza con ruoli da Lloyds Bank, Standard Chartered Bank, PwC, UBS, Aon, RBS, Allied Irish Bank e altre. Eloquenti le sue parole: “Ho lanciato Starling perché volevo offrire alle persone un’alternativa più equa, smart e umana alle banche tradizionali”. Non è solo una donna di successo ma crede fermamente nell’abilità delle donne di avere successo nel business. Boden impersona tutte le qualità che la leadership femminile può portare e porta alla finanza globale.
Katherine Salisbury, Qapital
Katherine Salisbury è la co-fondatrice e co-amministratore delegato di Qapital, società di pianificazione finanziaria che dal 2015 aiuta le persone a pianificare e gestire meglio spese e conti di risparmio, rendendo questo processo più facile, trasparente e produttivo. Una laurea presso l’Università di Chicago e un dottorato di ricerca alla prestigiosa Cornell University, Katherine ha fondato la società con suo marito George Friedman e la coppia possiede e gestisce anche la Friedman & Salisbury Sports Management, focalizzata sul calcio professionistico. Katherine vanta quasi 20 anni di esperienza nel settore finanziario e bancario, è stata vicepresidente presso Jeffries Finance LLC.
Pamela Mead, SumUp
SumUp è la società di servizi di pagamento che offre il mobile POS per permettere alle imprese di ogni tipo e dimensione di ricevere pagamenti in modo rapido, semplice e a costi inferiori rispetto al POS tradizionale. È stata nominata come l’azienda in più rapida crescita d’Europa nell’Inc. 5000 ed è attiva in 33 mercati in Europa, USA e Brasile.
Pamela Mead, Vice President of Global Design, è entrata a far parte di SumUp nel 2019 per dirigere il comparto design che comprende Product, Brand e User Research. Insieme al suo team sta trasformando i servizi di SumUp in un’esperienza da SuperApp, che soddisfi l’ampia gamma di esigenze dei commercianti durante la gestione della propria attività.
Nei precedenti 15 anni ha lavorato in aziende di successo come Delivery Hero, HERE Technologies, Telefónica e Yahoo!, dove ha guidato il team mobile per realizzare Connected Life, una sorta di servizio che doveva connettere dispositivi mobili, TV e computer in un unico spazio.
Cristina Junqueira, Nubank
Se parliamo di donne e fintech, non si può non citare Cristina Junqueira, co-founder di Nubank, la banca digitale brasiliana fondata nel 2013 che ha raggiunto più di 25 milioni di persone e una valutazione di oltre 10 miliardi $. Non a caso Cristina è soprannominata la “Wonder woman brasiliana del fintech”. Il suo motto? “La diversità è uno dei valori fondamentali di Nubank e noi ci impegniamo molto nel rendere la nostra società e l’intera industria un posto molto più inclusivo”.
Camilla Giesecke, Klarna
L’unicorno svedese nel 2021, che offre il servizio di pagamento a rate per gli acquisti online, ha raggiunto una valutazione di 31 miliardi di dollari, diventando la fintech di maggior valore in Europa e seconda al mondo. Sarà una coincidenza, ma nel suo management team c’è una donna, Camilla Giesecke, Chief Expansion Officer di Klarna da marzo 2021 dopo oltre 3 anni nel ruolo di CFO. Laureata in Economia alla Stockholm School of economics, prima di entrare in Klarna nel 2017 come Vice President, Financial Planning and Analysis, Camilla è stata analista di JP Morgan, M&A Director per Saab e VP di Permobil.
Jessica Holzbach, Penta
Jessica Holzbach è la co-fondatrice e CCO di Penta, la challenger bank tedesca per le aziende nata nel 2017. Ad aprile Jessica ha annunciato che lascerà il management team dell’azienda dopo più di 4 anni in cui è stata responsabile di numerose innovazioni nel campo del digital banking.
In collaborazione con Huawei
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