Non solo pin bar… ecco il segnale lizard, concepito molti anni fa da Jeff Cooper
I price action trader conoscono bene il setup operativo noto come pin bar, che altro non è che l’abbreviazione di “barra pinocchio”. Il primo a identificare questa configurazione grafica con questo nome, durante l’analisi del prezzo, sembra sia stato Martin Pring alcuni decenni fa. Oggi la pin bar è molto utilizzata dai price action trader, sia come strumento di entrata dopo un pullback sia dopo un’inversione del trend. Pin bar è il nome utilizzato anche da quei trader che utilizzano la candlestick analysis (il nome più corretto a questo punto sarebbe “pin candle”).
Nel corso degli anni ’90 il noto trader Jeff Cooper utilizzava un setup praticamente identico per il suo trading di breve termine “hit and run”: la cosiddetta lizard (ossia “coda di lucertola”). Il setup presenta queste caratteristiche (versione rialzista, per quella ribassista vale esattamente l’opposto):
1- nuovo minimo a dieci giorni;
2- apertura e chiusura si trovano nel 25% superiore del range;
3- si entra long il giorno dopo con un ordine buy stop sopra il massimo della candela (o direttamente in apertura, se si sceglie una strategia più aggressiva).
Il grafico mostrato in alto sull’indice azionario americano S&P500 evidenzia un trend di fondo rialzista che a un certo punto sperimenta una fase ribassista di breve periodo, ossia un fisiologico pullback. La discesa si arresta su un supporto di breve termine, dove si configura un netto segnale lizard. L’ingresso long con un ordine buy stop avrebbe consentito di incamerare un profitto di almeno due volte l’ammontare del rischio iniziale, mantenendo la posizione sul mercato per appena tre giorni.
Alla prossima pillola!
Nicola D’Antuono
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