Da settimane continui incendi stanno devastando l’Australia: i motivi di questo dramma che, oltre ai danni ambientali, ha finora ucciso 25 persone mentre sarebbero 1 miliardo gli animali morti.
Non si placano gli incendi che stanno devastando l’Australia, con il paese oceanico che in pratica è alle prese con i continui roghi da settembre tanto che al momento sono andati a fuoco quasi 50.000 chilometri quadrati di boschi.
Sono anche altri però i numeri che descrivono al meglio la portata di questa catastrofe: finora sono 25 i morti accertati con altrettante persone che risultano disperse, sono andate distrutte circa 2.000 case per danni totali pari a 700 milioni di dollari australiani mentre si stima che in questi mesi abbiano perso la vita quasi 1 miliardo di animali secondo il WWF.
Molto gravi sono pure le conseguenze ambientali, visto che oltre alla distruzioni di intere foreste le ceneri provocate dai roghi hanno reso il cielo delle zone colpite arancione, con l’aria a Sidney che al momento risulta essere la più inquinata del pianeta.
Ma perché gli incendi da settimane stanno colpendo l’Australia? Il motivo principale va ricondotto al clima, tanto che guardando cosa sta succedendo nel New South Galles viene da pensare che i gridi d’allarme lanciati dalla giovane attivista Greta Thunberg non siano così infondati.
I motivi degli incendi in Australia
Quando si parla dei pericoli dell’innalzamento delle temperature e del surriscaldamento terrestre, non è una questione di avere qualche grado in più “che a Bergamo è anche piacevole” come ha scritto qualche autorevole giornalista nostrano.
Se in Brasile gli incendi che hanno distrutto una vasta zona dell’Amazzonia qualche mese fa erano colpa anche del disboscamento selvaggio, in Australia invece le motivazioni dei roghi sono quasi tutte dettati dal clima.
Quest’anno nel Paese oceanico, che adesso si trova in piena estate con la primavera che invece corrisponde al nostro autunno, si sono sommati diversi fattori che hanno fatto scattare da tempo l’allarme per possibili incendi.
La scarsa piovosità nelle zone costiere del Nord ha generato un clima secco provocando un aumento delle temperature nella parte centrale. Di conseguenza, ne è scaturita una siccità che ha seccato alberi e terreno.
In questi giorni poi la combinazione dei forti venti e delle temperature elevate, la colonnina di mercurio è costantemente oltre i 40° tanto che a dicembre si sarebbe registrato il giorno più caldo della storia dell’Australia (49°), hanno alimentato ancora di più gli incendi che al momento insistono nella regione del New South Galles, nella parte Orientale del paese.
C’è poi la questione dei piromani e di chi accende i roghi per convenienze economici: in totale la polizia australiana ha finora arrestato 24 persone accusate di aver dato vita a incendi in diverse zone del Paese.
La situazione di calamità ha provocato anche una forte contestazione al primo ministro conservatore Scott Morrison, reo insieme ai governi precedenti guidati sempre dalla stessa coalizione di non aver fatto nulla per la questione climatica in un Paese dove è molto forte e potente l’industria del carbone.
Mentre nonostante le recenti piogge gli incendi continuano a divampare impegnando migliaia di Vigili del Fuoco, sono arrivati dei canadair di sostegno anche dagli Stati Uniti, l’Australia è alle prese con un disastro ambientale senza precedenti, che sta rendendo irrespirabile l’aria in diverse città e che potrebbe mettere a rischio la sopravvivenza di diverse specie animali. Poi chiamateli “gretini”.
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