Il riconoscimento dell’invalidità per le persone affette da malattie autoimmuni varia a seconda della gravità delle stesse: si ha un livello percentuale d’invalidità differente per ognuna.
Ai soggetti con diagnosi di malattia autoimmune spetta il riconoscimento di una certa percentuale di invalidità: tali problemi sono molto diffusi in Italia ed è importante conoscere quale grado di invalidità si ha per ottenere una serie di agevolazioni.
La malattia autoimmune incide molto sulla vita di chi ne è affetto: il proprio sistema immunitario non protegge più il corpo da batteri, virus e tumori e attacca tessuti ed organi sani.
Altro aspetto negativo delle malattie autoimmuni è che fino ad oggi non si è trovata una cura vera e propria ma si cerca semplicemente di attenuare i sintomi delle stesse con delle cure mirate: ciò comporta che se la malattia è stata diagnosticata difficilmente migliorerà ma più probabilmente andrà incontro a un peggioramento.
Attualmente sono conosciute circa 80 malattie rientranti in questa categoria molte delle quali fortemente invalidanti. Per questo tipo di malattie si può arrivare anche ad ottenere il 100% d’invalidità.
Malattie autoimmuni
Chi abbia una malattia di questo tipo è costretto a subire un’autodistruzione dell’organismo che può colpire vari punti del corpo, parti esterne e organi interni.
Le malattie autoimmuni conosciute ad oggi sono circa 80 e di seguito riportiamo l’elenco di quelle più diffuse:
- lupus;
- artrite reumatoide;
- sclerosi multipla;
- sclerodermia;
- celiachia.
A questo punto non resta che andare a vedere nel dettaglio per ognuna di queste malattie quale percentuale di invalidità viene riconosciuta anche a seconda di vari fattori che ne influenzano la gravità.
Lupus
Il lupus si manifesta dapprima esternamente con uno sfogo cutaneo sul viso a forma di farfalla; dopodichè attacca le articolazioni e vari organi interni tra cui il fegato.
Questa malattia può presentarsi in due diverse forme:
- lupus eritematoso sistemico, quindi senza segni di compromissione degli organi: 20% d’invalidità
- lupus eritematoso sistemico, con manifestazioni negli organi: dal 21 al 100%.
Artrite reumatoide
L’artrite reumatoide è una malattia autoimmune molto simile al lupus perché come questo colpisce gli organi interni ma prima ancora che colpire gli stessi tende a deformare le articolazioni che invece nel lupus solitamente restano intatte.
Per l’artrite reumatoide le percentuali d’invalidità possono variare tra il 20 e il 100%.
Sclerosi multipla
La sclerosi multipla è una delle malattie autoimmuni più “cattive” perché in questo caso il sistema immunitario di coloro che ne sono colpiti attacca il materiale che ricopre i nervi creando un danno alle connessioni tra i vari neuroni.
In conseguenza di ciò questa malattia può causare difetti nei movimenti, dolori e paralisi. Le percentuali d’invalidità variano a seconda della gravità della malattia:
- sclerosi multipla edss 1-2: dal 34 al 40%;
- sclerosi multipla edss 2,5-3,5: dal 41 al 60%;
- sclerosi multipla edss 4-5: dal 61 all’80%;
- sclerosi multipla edss 5,5: dall’81 al 90%;
- sclerosi multipla edss pari o superiore A 6: 100%.
Sclerodermia
La sclerodermia fa parte della stessa famiglia del lupus e dell’artrite: il sistema immunitario attacca la pelle e causa una sovrapproduzione di collagene.
Questa malattia provoca grossi problemi estetici ma anche interni agli organi interni. Di seguito l’elenco delle relative percentuali d’invalidità:
- sclerodermia sistemica in assenza di segni di compromissione d’organo: 20%;
- sclerodermia sistemica diffusa in assenza di compromissione viscerale: dal 21 al 50%;
- sclerodermia sistemica con sindrome di crest e/o compromissione viscerale: dal 51 al 100%.
Celiachia
Le persone affette da celiachia subiscono un’infiammazione cronica dell’intestino: ciò deriva dall’intolleranza al glutine.
Le percentuali d’invalidità per questa malattia sono le seguenti:
- celiachia in dieta glutino-priva (gluten-free-diet): 10%;
- celiachia refrattaria alla dieta glutino-priva (gluten-free-diet): dal 41 al 50%;
- malattia infiammatoria cronica intestinale: fino al 100%.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti