All’Investor Conference del “Mid & Small in Milan” il comparto manifatturiero è rappresentato da Prima Industrie. Ai nostri microfoni Chiara Roncolini, Investor Relations & Legal Affair.
Il settore manifatturiero nostrano ha mostrato vera resilienza e capacità di ripartenza nel 2021 dopo un anno di sofferenza dovuta alla pandemia. A confermarlo sono varie ricerche e stando al rapporto ASI (Analisi Settori Industriali), curato da Intesa Sanpaolo in collaborazione con Prometeia, il fatturato del comparto entro fine anno potrebbe superare i livelli del 2019. I segnali positivi sono dovuti sia a una crescita interna che a quella esterna grazie anche all’autorevolezza del brand Made in Italy il quale, nonostante tutte le difficoltà, resta sempre attrattivo. Tale trend positivo è previsto anche per i prossimi due anni fermo rimanendo che si sblocchi la reperibilità delle materie prime, la cui scarsità potrebbe incidere negativamente sui costi di approvvigionamento su tutta la filiera.
Ne abbiamo parlato con Chiara Roncolini, Investor Relations & Legal Affair, eccellenza italiana nel settore manifatturiero.
Domanda: Come ha performato Prima Industrie nel corso del 2021?
Risposta: Nel corso del 2021 abbiamo visto una ripresa decisa, partita già nell’ultima parte del 2020, perché nei primi nove mesi abbiamo fatto oltre il 20% in più di fatturato rispetto al pari periodo dell’anno precedente. Quindi siamo soddisfatti. L’area Acquisizione Ordini in particolare è andata molto bene, i primi 9 mesi abbiamo fatturato oltre il 56% in più rispetto ai corrispondenti 9 mesi del 2020, e abbiamo anche superato l’acquisizione ordini dell’anno 2019.
La performance del 2021 è quindi decisamente positiva, non solo se confrontata con l’anno 2020 ma anche con l’anno precedente. Infatti nel 2021 abbiamo registrato un +15% di ordini acquisiti rispetto al 2019.
Anche la redditività sta aumentando, insieme al volume di affari e ci aspettiamo un quarto trimestre in accelerazione, soprattutto considerando che l’ultima parte dell’anno e è sempre molto positiva per il nostro tipo di industry e per la nostra società. Ovviamente dobbiamo essere in grado di prevenire eventuali problematiche anche esterne, come ad esempio lo shortage delle componenti elettroniche e l’inflazione che potrebbe impattare sul nostro business.
Finora siamo stati in grado di gestire al meglio le opportunità e gli eventi contrari e sapremo farlo anche nel prosieguo dei mesi successivi, considerando che “situazione particolare” potrebbe durare fino a metà dell’anno prossimo.
D: Quali sono le prospettive per il settore manifatturiero nel 2022?
R: Il nostro settore è quello della macchina utensile nel quale si può osservare una crescita storica continua che parte dagli anni ‘80 a oggi. Tuttavia, bisogna precisare che tale crescita è stata ciclica, con intervalli di circa 10 anni, dove 7, 8 anni sono stati di sviluppo e i rimanenti di rallentamento o addirittura di decrescita.
Tornando ai giorni nostri, questo rallentamento è già iniziato nel 2019, per alcune realtà anche a fine 2018 e nel 2020, come sappiamo, c’è stato un rallentamento fortissimo. Perciò adesso ci aspettiamo uno sprint, che sicuramente è stato confermato per quest’anno e quello venturo. Quest’ultimo non necessariamente dovrà avere la stessa accelerazione di quest’anno, che come ricerche esterne confermano è pari al 15%-16%, ma stimata anche all’11%. Quindi delle buone prospettive sicuramente ci sono all’orizzonte.
In Italia i successi dell’anno in corso sono dovuti sia agli sforzi delle singole aziende, ma anche agli incentivi fiscali a favore dell’industria 4.0, che sicuramente hanno giocato a favore della nostra società e del comparto in generale.
D: L’Italia continua a essere un’eccellenza manifatturiera nel panorama internazionale. Quali sono i requisiti per mantenere tale posizione?
R: Sicuramente l’investimento in tecnologia. Prima Industrie investe ogni anno circa il 5-6% del fatturato in innovazione e in Ricerca e Sviluppo. In Italia infatti il parco macchine installato è tra i più vecchi d’Europa e sicuramente investimenti in sviluppo tecnologico giocherebbero a favore per l’intero comparto.
Il corretto utilizzo degli incentivi e della liquidità esterna, che sono arrivati - e che arriveranno - contribuiranno inoltre a favorire lo sviluppo del settore. Sicuramente la strada da fare è ancora lunga, ma per essere competitivi bisogna sempre puntare allo state of the art, soprattutto guardando a un palcoscenico più ampio e internazionale.
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