Il portavoce del generale Haftar ha dichiarato come, con il beneplacito della Turchia e del governo di Tripoli, più di 41 terroristi siriani dell’Isis si sarebbero imbarcati in Libia diretti verso l’Italia.
Dei rischi legati al terrorismo in Italia a causa della guerra in corso in Libia se ne è parlato molto negli ultimi mesi, ma adesso a far scattare l’allarme sono state le dichiarazioni di Ahmed al Mismari, il portavoce del generale Khalifa Haftar uomo forte della Cirenaica.
“Nelle ultime 48 ore – ha dichiarato il portavoce dell’Esercito nazionale libico– più di 41 terroristi siriani hanno lasciato le coste di Tripoli diretti verso l’Italia con l’aiuto dei trafficanti di esseri umani sostenuti dal Governo di accordo nazionale”.
In Libia dallo scorso aprile è in corso una guerra civile che vede opposti il Governo di accordo nazionale di Tripoli, l’unico riconosciuto dalla comunità internazionale e guidato dal presidente Fayez al-Serray, alle truppe dell’Esercito nazionale libico di Khalifa Haftar.
Un conflitto che nelle ultime settimane ha visto gli uomini di Haftar, coadiuvati da mercenari russi e sudanesi e che avrebbero il sostegno di Egitto, Arabia Saudita e si vocifera anche la Francia, strappare alcune città ad al-Serray fino ad arrivare alla periferia della capitale Tripoli.
Una situazione questa che ha costretto il primo ministro libico a chiedere aiuto alla Turchia, che ha inviato diverse truppe tra cui diversi mercenari siriani. Visto il rischio di una pericolosa escalation militare, in tutta fretta i grandi del mondo hanno organizzato una conferenza a Berlino dove si è trovato un accordo per il cessate il fuoco, comunque non sottoscritto da al-Serray e Haftar.
Il rischio terrorismo per l’Italia
L’Italia che sostiene Fayez al-Serray è uno spettatore molto interessato di questa guerra in Libia, con più di una critica che è stata fatta ai due governi Conte per un eccessivo immobilismo di fronte a questo conflitto così vicino a casa nostra.
C’è da considerare poi i tanti interessi economici del nostro Paese in Libia, con gli storici rapporti commerciali che sarebbero a rischio se non già del tutto compromessi come sottolineato dall’ex ambasciatore Marco Carnelos in una intervista a Money.it.
La questione terrorismo è un altro dei pericoli che non devono essere sottovalutati. In Libia l’Isis in passato controllava già dei territori, in particolare la città di Sirte, ma con la fine del Califfato in Medio Oriente si era parlato di tanti jihadisti arrivati nella parte desertica del paese africano dove il daesh in alcune zone detta ancora legge.
L’accusa di al Mismari è però differente e molto più dettagliata, tirando in ballo le milizie siriane che sono giunte a dare manforte alle truppe di al-Sarray dopo l’accordo tra la Turchia e Tripoli.
Secondo il portavoce più di 41 terroristi islamici sarebbero partiti alla volta dell’Italia con l’avallo del governo libico e di quello turco, con Ankara che era stata accusata di presunte collusioni con i jihadisti anche durante la guerra contro i curdi.
Vista la vicinanza quello che sta succedendo in Libia può essere fonte di preoccupazione per l’Italia a causa di diversi motivi, tra cui naturalmente quello del terrorismo anche se si spera che le parole di al Mismari non siano veritiere ma soltanto pura propaganda anti turca.
© RIPRODUZIONE RISERVATA