Il commercio tra Italia e Turchia vale miliardi di euro: il rapporto economico è stato compromesso dalle ultime parole di Draghi su Erdogan?
Italia-Turchia: quanto vale a livello commerciale il rapporto tra i due Paesi?
Più di 10 miliardi di euro in scambi annuali, strategici quindi per l’economia di entrambe le nazioni. I riflettori si sono accesi sulle relazioni italiano-turche dopo la vicenda delle sedia non concessa alla presidente della Commissione UE Von der Leyen e, soprattutto, in seguito al commento di Draghi sull’atteggiamento del presidente turco.
Il presidente del Consiglio italiano ha qualificato Erdogan come un dittatore, causando il richiamo dell’ambasciatore. Nel suo pragmatismo da economista, Draghi ha comunque sottolineato quanto, sebbene discutibili sul piano dei diritti, questi Paesi siano importanti.
Trovare il giusto equilibrio nella cooperazione è essenziale, anche con Ankara secondo Draghi. Per difendere, per esempio, gli interessi commerciali italiani.
Quanto vale, quindi, il commercio tra Italia e Turchia?
Il rapporto Italia-Turchia vale almeno 15 miliardi
Il valore commerciale della relazione tra i due Paesi è importante, a dirlo sono i numeri.
Secondo i dati ICE su fonte Istat, infatti, solo nel 2020 l’export italiano verso la Turchia è stato pari a 7,7 miliardi di euro, considerando anche il calo causato dalla pandemia.
Nel 2018 si è raggiunto il picco di oltre 8,7 miliardi di euro di esportazioni di merci italiane, andate poi in leggero calo negli due anni seguenti.
Comunque, il giro di affari resta significativo, con beni quali macchinari, apparecchiature, autoveicoli e rimorchi di manifattura italiana venduti in Turchia per un valore di quasi 3 miliardi di euro.
Importante, inoltre, l’export nostrano del tessile, la metallurgia, i prodotti chimici e i derivati dalla raffinazione del petrolio.
Numeri non trascurabili anche per l’import italiano dalla nazione turca. Nel 2020 ha avuto un valore di 7,4 miliardi di euro. Il Belpaese acquista soprattutto autoveicoli e rimorchi, prodotti metallurgici e tessili, articoli in pelle.
Lo scambio, quindi, ha superato i 15 miliardi di euro nel 2020, che non è stato certo l’anno migliore negli scambi a causa della pandemia.
Sono molte e prestigiose, inoltre, le aziende italiane presenti in Turchia. Se ne contano anche 1.500, tra le quali brand strategici come Saipem, Prysmian, Salini, Unicredit, Pirelli, Piaggio, Luxottica, Finmeccanica, Fiat, Eni, Ferrero, Barilla, Ansaldo, Intesa Sanpaolo-
L’Italia resta un partner chiave per le merci turche nell’Unione Europea. Inoltre, come ricorda Giovanni Da Pozzo, presidente di Promos Italia, su Il Sole 24 ore: “L’Italia è il quinto partner commerciale della Turchia a livello mondiale e il secondo tra i Paesi europei dietro la Germania”
Sono anche questi - oltre alla questione complessa dei migranti - quegli “interessi nazionali” ai quali ha fatto riferimento Draghi quando ha, cinicamente, espresso la necessità di cooperare anche con dittatori come Erdogan.
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