Italia, allarme evasione fiscale: ecco quanto ha perso lo Stato dal 2000 ad oggi

Pierandrea Ferrari

7 Giugno 2021 - 15:26

Il fisco italiano continua a fare i conti con un esercito di furbetti che aggira tasse e multe. Ecco i numeri del Centro studi Unimpresa sulle mancate entrate per lo Stato dal 2000 ad oggi.

Italia, allarme evasione fiscale: ecco quanto ha perso lo Stato dal 2000 ad oggi

Quello dell’evasione fiscale è un problema atavico dell’Italia, che da sempre fa i conti con la doppiezza morale di un popolo che “chiagne e fotte”, come recita la celebre espressione vernacolare napoletana. E se non bastano le evidenze, ci pensano i numeri snocciolati dal Centro studi Unimpresa sulle mancate entrate per le casse statali - tra tasse e multe mai pagate – a tracciare in contorni di un malcostume che si è fatto emergenza.

Italia, allarme evasione fiscale: ecco quanto ha perso lo Stato dal 2000 ad oggi

Emergenza perché, a ben vedere, quello mai riscosso dallo Stato dal 2000 ad oggi è un autentico fiume di denaro, che pure sarebbe stato utile a rimettere in sesto le tante infrastrutture malandate del paese, o anche a rafforzare un sistema sanitario poi messo a dura prova dalla pandemia. Per l’esattezza, si tratta di 930 miliardi di euro, e cioè circa metà del Pil.

Ma il quadro, rileva Unimpresa, è persino in via di peggioramento se guardiamo alla percentuale annua di tasse e multe incassate dal fisco italiano. Dal 2000 al 2004, ad esempio, le somme riscosse sono rimaste stabilmente sopra la quota del 20%, con un picco proprio nel 2000 del 28%. Poi, un lento ma costante declino dei volumi delle entrate, con il 2019 – escludendo l’ultimo anno, in cui la riscossione è stata congelata – maglia nera con solo il 4,3% degli importi recuperati.

Di fatto, dal 2000 ad oggi, lo Stato è riuscito a riscuotere solo il 13% di quanto dovuto, 139 miliardi di euro. Il restante 87%, che porta la cifra totale a 1.069 miliardi, è sfuggito al sistema, fino a toccare un minimo di riscossione dello 0,4% dei 49 miliardi di riferimento del 2020 – 177 milioni – sebbene la statistica sia in buona misura influenzata degli interventi ad hoc dei Governi Conte II e Draghi.

Serve una nuova riforma fiscale

Visto anche il trend, che dal 2014 al 2019 ha portato la percentuale delle riscossioni dal 12,3% al 4,3%, appare evidente che l’esecutivo non possa più rimandare la questione della riforma fiscale. Di questo avviso Giuseppe Spadafora, vicepresidente di Unimpresa:

“Le regole della riscossione vanno riscritte completamente. Ma la ristrutturazione va inserita nella riforma fiscale che il Governo ha promesso di approntare nell’ambito del Pnrr. È finito il tempo di interventi verticali su singoli aspetti o singoli ambiti di una disciplina, quella tributaria, devastata da decenni di leggi aberranti”.

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