L’impatto Brexit ancora evidente nell’export dell’Italia. A soffrire maggiormente è il Made in Italy alimentare: a quanto ammonta il freno delle vendite in Regno Unito?
La Brexit colpisce ancora e a farne le spese è anche l’export agroalimentare dell’Italia.
Se, in generale, le vendite all’estero delle eccellenze gastronomiche Made in Italy fanno registrare un balzo nei primi mesi del 2021, il ritorno alle frontiere tra Regno Unito e UE lascia il segno.
Per l’Italia il mercato inglese si è nettamente ridimensionato: quanto vale il calo dell’export a causa della Brexit nel settore agroalimentare?
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In Italia ancora impatto Brexit su export alimentare
Le esportazioni italiane hanno ripreso la loro corsa post-Covid e, soprattutto nel Made in Italy alimentare, stanno tornando protagoniste.
Si respira un’aria ottimista per i produttori dell’agroalimentare, tanto che il 22 giugno il presidente della Coldiretti Ettore Prandini ha espresso entusiasmo nel commentare il +5,3% di export alimentare registrato nel periodo gennaio-aprile 2021.
La riapertura delle attività di ristorazione e la fine della guerra sui dazi fanno crescere la domanda di Made in Italy a tavola: questa la positiva prospettiva.
C’è solo un’ombra nel commercio dei prodotti nazionali alimentari all’estero: la Brexit. I numeri di Coldiretti hanno stilato un bilancio chiaro: vendite in calo e guadagni persi per i produttori italiani.
Nel dettaglio, le limitazioni imposte con l’uscita del Regno Unito dall’UE hanno fatto calare del 10,4% le vendite alimentari nella nazione inglese.
A rischio, quindi, il valore di 3,4 miliardi di euro dell’export annuale Made in Italy verso l’UK, quarto partner commerciali del Belpaese per cibo e bevande dopo Germania, Francia e Stati Uniti.
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