Nello scenario economico globale incerto, le stime sulla crescita dell’Italia peggiorano. Confindustria ha previsto una potenziale recessione tecnica: cosa aspettarsi nel 2022 per il nostro Pil?
L’Italia sta entrando in recessione? La risposta resta incerta, ma nelle stime riviste dal Centro studi Confindustria lo scenario di crescita del nostro Paese subisce un evidente peggioramento.
Naturalmente il contesto globale della guerra, dell’inflazione energetica, del ritorno dei contagi sta lasciando segni chiari di arretramento della ripresa, rispetto alla previsione di slancio che si era fatta a inizio 2022.
Il livello pre-pandemico dell’economia italiana è visto slittare al 2023: cosa aspettarsi per l’Italia in questo complesso e assai incerto anno?
Quale crescita per l’Italia nel 2022? Si teme la recessione
Lo studio di Confindustria del 2 aprile aggiorna le stime sulla crescita economica italiana e sul contesto generale riguardante inflazione, produzione industriale e consumi.
Il quadro emerso non è molto rincuorante. Cosa aspettarsi in Italia? La ricerca innanzitutto sottolinea che “è difficile prevedere la dinamica dell’economia italiana poiché le diverse variabili chiave sono in continua evoluzione. La durata della guerra è una variabile cruciale. Tuttavia, anche una soluzione ravvicinata del conflitto avrebbe l’effetto di attenuare ma non azzerare gli impatti.”
leggi anche
Crisi gas: i guai dell’Italia in 2 grafici
I conti - in stime - poggiano su 4 basi: la guerra finisce o si allenta da luglio; il razionamento di energia per il settore produttivo non viene applicato; la pandemia resta sotto controllo; l’iter del Pnrr non è alterato.
In questa cornice, Confindustria calcola un andamento del Pil italiano in peggioramento rispetto alle precedenti stime.
Nel dettaglio, si prevede un aumento dell’1,9% del Prodotto interno lordo, in deciso ribasso di 2,2 punti in confronto con quanto valutato a ottobre.
Lo studio sottolinea al riguardo:
“La variazione positiva nel 2022, peraltro, è interamente dovuta a quella già “acquisita” a fine 2021 (+2,3%) grazie all’ottimo rimbalzo dell’anno scorso: nei primi due trimestri, infatti, l’economia italiana entrerebbe in una “recessione tecnica”, seppur di dimensioni limitate, non pienamente compensata dalla ripresa attesa nella seconda metà dell’anno.”
Per intravedere i livelli di crescita pre-pandemia, quindi, occorrerà attendere il 2023, non più la seconda parte del 2022.
L’anno in corso è considerato debole su diversi fronti: l’inflazione energetica è stimata ancora in rialzo; i consumi delle famiglie vedranno un aumento di appena l’1,7% con una depressione della fiducia; l’attività produttiva è prevista in ripresa solo nella seconda metà del 2022, dopo una sofferenza marcata nella prima parte dell’anno.
In una sintetica ed esaustiva tabella, queste sono le stime aggiornate al 2 aprile da Confindustria, su elaborazione dai Istat:
Uno sguardo sulle imprese italiane: lo studio rivela che “i rincari di petrolio, gas, carbone, stanno facendo crescere i costi delle imprese....l’incidenza dei costi dell’energia sul totale dei costi di produzione (a parità delle voci di costo non energetiche) aumenterebbe del 77% per il totale dell’economia italiana, passando dal 4,6% nel periodo pre-pandemico (media 2018-19) all’8,2% nel 2022. In euro, questo impatto si tradurrebbe in una crescita della bolletta energetica italiana di 5,7 miliardi su base mensile, ovvero in un maggior onere di 68 miliardi su base annua.”
Gli aumenti finora sono stati assorbiti nei margini delle imprese, senza ricadute sui prezzi per il consumatore, riuscendo a mantenere un’inflazione core piuttosto contenuta.
In generale, l’Italia rimane avvolta da una totale incertezza sul prossimo futuro, con la guerra a enfatizzare le problematiche energetiche, le strozzature delle catene di approvvigionamento, lo shock dell’offerta già in corso prima del confitto. Per questo, si prospetta la recessione.
© RIPRODUZIONE RISERVATA