L’Italia vende i tamponi agli Stati Uniti: ecco perché non va fatta polemica

Antonio Cosenza

21 Marzo 2020 - 10:18

Dall’Italia sono partiti 500.000 tamponi, direzione Stati Uniti? Non è una bufala, ma c’è un motivo ben preciso per cui non serve fare polemica.

L’Italia vende i tamponi agli Stati Uniti: ecco perché non va fatta polemica

500.000 tamponi trasferiti dall’Italia agli Stati Uniti: qual è il motivo per cui l’Italia si priva di quello che potrebbe essere un importante strumento per combattere la diffusione da Coronavirus in un periodo di tale emergenza? Ebbene, una risposta c’è e non ha nulla a che vedere con un complotto ai danni dei cittadini italiani.

La diffusione del Coronavirus che sta mettendo in ginocchio l’Italia ha attratto su di sé le attenzioni di molti fanatici della teoria del complotto: inizialmente si parlava della possibilità che il virus da Covid-19 fosse stato creato in laboratorio (ipotesi smentita dagli scienziati in questi giorni), poi di un imminente conflitto mondiale tra Russia e Stati Uniti visto lo sbarco di militari statunitensi sul suolo europeo (missione poi parzialmente sospesa vista l’allerta Coronavirus).

L’ultima notizia che ha destato non poche polemiche è quella che ha visto un aereo dell’aeronautica militare statunitense partire da Aviano (provincia di Pordenone) con a bordo 500.000 tamponi utili per effettuare i test del Coronavirus.

Una notizia accolta negativamente dallo stesso governatore della Regione Veneto, Luca Zaia, il quale da settimane chiede al Governo italiano di far sottoporre, almeno nelle zone dove c’è più emergenza, tutta la popolazione al tampone. Ebbene Zaia ha dichiarato che “non sembra normale che un cargo americano parta da Aviano con 500.000 tamponi prodotti a Brescia mentre noi non riusciamo a trovarli. A me non sembra normale e lo dico da filoamericano”.

A spegnere sul nascere ogni polemica in merito ci ha pensato Luca Frusone, deputato del Movimento 5 Stelle, il quale ha spiegato il motivo per cui l’Italia può cedere un così alto numero di tamponi senza alcuna ripercussione per la situazione che stiamo vivendo.

Ecco perché l’Italia può vendere tamponi agli Stati Uniti

Come prima cosa è bene spiegare che non ci troviamo di fronte ad una bufala: la notizia è stata data dalla rivista online specializzata Defense One e poi confermata dal Pentagono stesso, il quale ha aggiunto che nei prossimi giorni ci saranno altre missioni simili con destinazione aeroporto di Memphis, uno degli hub da cui partono le spedizioni - del corriere internazionale Fedex - per tutti gli Stati Uniti.

Non si tratta di una bufala ma c’è un motivo ben preciso per cui l’Italia può “liberarsi” di tutti questi tamponi nonostante l’emergenza Coronavirus che aumenta con il passare dei giorni.

Come spiegato da Luca Frusone, infatti, in Italia non c’è assolutamente una mancanza di tamponi: ne abbiamo per un numero sufficiente per effettuare gli esami di cui abbiamo bisogno. Non per questo, però, possiamo far sottoporre al test tutta la popolazione italiana, visto che il problema non è lo strumento in sé quanto il personale incaricato di esaminarne il risultato.

È bene specificare, infatti, che i tamponi per il test da Coronavirus non danno il risultato automaticamente (come ad esempio avviene con un test di gravidanza); vanno esaminati da un laboratorio e ciò richiede del tempo (e personale).

Quindi, dal momento che possiamo analizzare al massimo qualche migliaio di tamponi al giorno, “che differenza c’è dall’averne 2 milioni o 60 milioni”? Nessuna; ecco perché l’azienda di Brescia è stata autorizzata all’esportazione di 500.000 tamponi, una notizia - come ricordato da Frusone - “positiva in quanto vuol dire che almeno qualcuno non ha fermato la propria attività”.

Frusone contro Zaia: perché non si possono fare milioni di tamponi

Per questo motivo il deputato M5S si è detto sorpreso riguardo all’intenzione di Zaia di far sottoporre al tampone tutto il Veneto.

Se consideriamo che in quella regione vivono circa 5 milioni di abitanti, ciò vorrebbe dire circa un anno e mezzo per avere il risultato complessivo. Con il rischio di penalizzare chi è positivo e ha bisogno di una diagnosi tempestiva; per questo motivo è bene fare più tamponi possibili, ma in maniera assolutamente razionale.

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