Il senatore del Maie Raffaele Fantetti ha creato l’associazione Italia23, che a breve potrebbe diventare un gruppo parlamentare raccogliendo centristi “responsabili” per puntellare l’attuale maggioranza: una sorta di embrione del possibile futuro partito di Giuseppe Conte, che così avrebbe i numeri al Senato per fare a meno di Matteo Renzi.
Nel pieno di una pandemia senza precedenti da un secolo a questa parte, con la legge di Bilancio che sarà approvata sul filo del gong che farebbe scattare l’esercizio provvisorio, con il piano vaccini da far funzionare e una crisi sanitaria ed economica pesantissima, il governo è impantanato dallo scorso 7 dicembre, giorno in cui Italia Viva ha palesato il suo mal di pancia in merito alla governance del Recovery Fund.
Se prima nel mirino c’era la task force, adesso nell’ultimatum di Matteo Renzi recapitato a Palazzo Chigi oltre a questioni come il MES sanitario e il giustizialismo dei 5 Stelle, è stato inserito un vero e proprio piano alternativo per il Recovery Fund denominato Ciao, acronimo di Cultura, Infrastrutture, Ambiente e Opportunità.
Stando al senatore di Rignano, Giuseppe Conte non dovrebbe modificare il Recovery Plan frutto finora di oltre quindici riunioni, ma proprio abiurare il suo Piano nazionale di ripresa e resilienza e fare proprio quello presentato da Italia Viva, oltre che richiedere subito il MES sanitario, cedere la delega ai servizi segreti e frenare la riforma della prescrizione.
Se non verrà accolto questo papello di richieste, dopo la Befana Matteo Renzi potrebbe salutare la maggioranza facendo dimettere i suoi ministri aprendo così di fatto una crisi di governo. Questa volta ha più volte ribadito di essere pronto ad andare fino in fondo.
Giuseppe Conte però potrebbe avere già in tasca una sorta di piano di riserva per andare avanti e, al tempo stesso, “liberarsi” dell’ingombrante figura dell’ex premier che di recente non ha risparmiato attacchi anche ben più duri di quelli provenienti dal centrodestra.
Italia23: è pronto il partito di Conte?
Lo scorso 11 dicembre senza troppi clamori è nata Italia23, un’associazione promossa dal senatore Raffaele Fantetti che, dopo essere stato eletto tra le fila di Forza Italia, a ottobre è passato al Maie sostenendo così di fatto la maggioranza.
“Italia23 nasce nel dicembre 2020 come un gruppo di esperti della società civile impegnato nell’analisi e nella soluzione di problemi complessi, specie in campo politico-economico - si legge nel sito internet dell’associazione - Ci siamo dati tre anni di tempo per disegnare e proporre, settore per settore, l’Italia che vorremmo nel 2023”.
Una data non casuale, visto che il 2023 è il termine naturale di questa legislatura. Nella homepage del sito, non è passata inosservata la sezione Gruppo Parlamentare, che come fatto notare da Il Foglio è vuota ma lo potrebbe essere solo momentaneamente.
I rumors infatti sono tanti: Italia23 potrebbe a breve raccogliere tutti quei centristi pronti a sostenere l’attuale maggioranza, blindando di fatto la legislatura dalle irrequietudini di Matteo Renzi. Anche diversi esponenti di Italia Viva potrebbero così abbandonare l’ex premier se si dovesse arrivare a una crisi di governo.
A Giuseppe Conte, che al momento starebbe solo osservando l’evolversi di Italia23, basterebbero così una dozzina di senatori “responsabili” per poter fare a meno dei renziani, creando così i presupposti anche per un ipotetico futuro partito guidato dall’attuale Presidente del Consiglio.
Se si dovesse arrivare a un decisivo voto di fiducia, Renzi e i suoi fedelissimi potrebbero così essere sostituiti dai nuovi “responsabili”, tra i quali dovrebbero figurare anche Sandra Lonardo (moglie di Clemente Mastella), i senatori dell’UdC, alcuni azzurri pronti a fuoriuscire da Forza Italia e pezzi di IV.
Considerando che ad agosto scatterà il semestre bianco e che al momento non ci sarebbero i presupposti sanitari per aprire le urne, quella tra Matteo Renzi e Giuseppe Conte sembrerebbe essere una partita a scacchi dall’esito imprevedibile: chi di sicuro potrebbe però uscire sconfitto è il Paese, al momento bloccato proprio mentre dovrebbe invece correre spedito come un treno.
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