La multinazionale a stelle e strisce ha “alimentato l’epidemia da oppiacei”. Lo ha stabilito un giudice dell’Oklahoma, comminando una maxi multa alla società. Nonostante questo, le azioni della società fanno segnare un rialzo.
Sentenza destinata a fare storia, ed a creare un precedente, quella che ieri ha visto coinvolta la statunitense Johnson & Johnson.
Come anticipato su Money.it (Johnson & Johnson: crisi oppioidi, oggi è il giorno del giudizio), ieri un giudice dell’Oklahoma è stato chiamato a decidere se il colosso con sede in New Jersey è da ritenersi responsabile della crisi degli oppioidi che sta flagellando gli Stati Uniti.
Esplosa alla fine degli anni ’90, questa piaga solo nel 2017 ha ucciso 47 mila americani.
Johnson & Johnson: maxi multa da oltre mezzo miliardo
La sentenza emessa dal giudice Thad Balkman è stata chiara: Johnson & Johnson è da considerarsi responsabile di aver contribuito all’esplosione di un’emergenza che, dati 2017, fa più vittime degli incidenti stradali.
L’aver contribuito a scatenare quella che è stata definita dalla Corte “la più grande crisi sanitaria mai affrontata dall’Oklahoma” obbliga la multinazionale al pagamento di un ammenda di 572 milioni di dollari.
Il procuratore generale dello Stato aveva accusato Johnson & Johnson di aver spinto in maniera “aggressiva” la prescrizione di due farmaci, il Duragesic e il Nucynta, e di aver sottostimato le possibili conseguenze di una sua diffusione massiccia.
Johnson & Johnson: queste le ragioni della condanna
Secondo quanto stabilito dalla Corte, J&J, di concerto con gli altri produttori di farmaci a base di oppioidi, ha condotto una “massiccia campagna” per diffondere il messaggio che la cura del dolore non fosse affrontata in maniera adeguata e, allo stesso tempo, per minimizzare i rischi della prescrizione di farmaci a base di oppioidi.
Nell’ambito del suo giudizio, la corte ha evidenziato come i rappresentanti commerciali della società siano stati addestrati a convincere i medici a prescrivere antidolorifici, utilizzando il concetto di “pseudo-dipendenza” per far riferimento al fatto che i pazienti continuavano a chiedere dosi crescenti dei farmaci.
La società ha contestato le accuse, sostenendo di non aver commercializzato i farmaci in maniera impropria, ed annunciato di voler presentare ricorso.
Johnson & Johnson: azioni in rialzo nel pre-mercato
A dispetto della multa, ieri le azioni Johnson & Johnson hanno terminato le contrattazioni a 127,8 dollari, +0,8% rispetto al dato precedente, e nel pre-mercato il titolo segna un +2,3%.
Questo perché gli operatori si attendevano una sentenza decisamente più dura: il procuratore generale Mike Hunter aveva chiesto una penale da 17 miliardi di dollari da utilizzare per la realizzazione di un piano trentennale di cura e prevenzione.
J&J non è la prima società presa di mira dalle autorità dello stato dell’Oklahoma, che ha già raggiunto accordi con Purdue Pharma (270 milioni di dollari per il farmaco OxyContin) e Teva Pharmaceutical (85 milioni).
In scia di quanto successo con i big del tabacco, si tratta di una decisione destinata ad avere forti ripercussioni in tutti gli Stati Uniti, dove sono circa 2 mila le cause di questo genere intentate da Stati, città e contee.
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