Il male oscuro del nostro secolo è sicuramente la depressione che, tuttavia, viene spesso presa alla leggera. Ma la depressione è una malattia invalidante?
Sono tante le persone che soffrono del cosiddetto male oscuro del nostro secolo e, secondo le previsioni, i numeri sono destinati ad aumentare.
Nonostante questo la depressione viene spesso presa poco seriamente e, nella vita di tutti i giorni, si tende a sottovalutarne sintomi e conseguenze.
Nulla di più sbagliato anche considerando quanto già segnalato dall’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità), secondo cui la depressione arriverà nel 2030 a diventare la prima causa al mondo di giornate di lavoro perse per disabilità, superando il primato storico delle malattie cardiovascolari.
A questo punto la domanda che molti si pongono è una: la depressione è considerata una malattia invalidante?
Depressione e invalidità
La risposta alla domanda è senz’altro affermativa. Nonostante nell’immaginario collettivo si tenda a sottovalutare la portata e gli effetti della depressione, in Italia vengono riconosciuti alcuni diritti a chi soffre di questa patologia.
E’ bene sapere, infatti, che le patologie psichiche trovano spazio nelle tabelle ministeriali sull’invalidità: la depressione viene riconosciuta quindi come vera e propria malattia che, nei casi più gravi, può comportare anche una riduzione della capacità lavorativa, un handicap o la necessità di avere supporto negli atti quotidiani.
Ecco quindi che, nonostante sintomi e cause della depressione non siano facilmente individuabili, a tale patologia in Italia viene riconosciuta la stessa dignità e la stessa tutela delle altre infermità.
Percentuali di invalidità
Come per tutte le altre malattie invalidanti, dunque, anche per la depressione vengono riconosciute diverse percentuali di invalidità sulla base delle quali è possibile inoltrare la domanda all’Inps.
Nello specifico le percentuali sono le seguenti:
- disturbo amnesico persistente indotto da sostanze (tipo korsakoff): invalidità del 100%;
- schizofrenia di tipo disorganizzato, catatonico, paranoide, non specificata – moderata: invalidità del 75%;
- schizofrenia di tipo disorganizzato, catatonico, paranoide, non specificata – grave: invalidità del 100%;
- schizofrenia residuale – moderato: invalidità del 75%;
- schizofrenia residuale – grave: invalidità del 100%;
- disturbo schizoaffettivo – grave: invalidità del 100%;
- depressione maggiore, episodio ricorrente – moderato: invalidità dal 61 all’80%;
- depressione maggiore, episodio ricorrente – grave: invalidità del 100%;
- disturbo bipolare I – moderato: invalidità dal 61 all’80%;
- disturbo bipolare I – grave: invalidità del 100%;
- disturbo bipolare II e disturbo bipolare Sai – grave: invalidità del 75%;
- disturbi deliranti (paranoia, parafrenia, delirio condiviso, altri): invalidità del 75%;
- anoressia nervosa – grave: invalidità dal 75 al 100%;
- ritardo mentale di media gravità: invalidità dal 61 all’80%;
- ritardo mentale grave e profondo: invalidità del 100%.
Per approfondire quali sono i diritti del lavoratore che soffre di depressione si rimanda all’articolo: Depressione e Legge 104: i diritti del lavoratore
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