Bankitalia presenta le linee guida della sua svolta green: dei paletti agli investimenti renderanno più sostenibili i portafogli di Palazzo Koch.
Un futuro verde. Questo è quanto si prospetta per Bankitalia dopo la pubblicazione della Carta degli investimenti sostenibili, ovvero un documento volto a fissare dei paletti di esclusione per garantire l’aderenza dei portafogli di Palazzo Koch ai criteri ESG.
La Carta, come chiarito dal vice direttore generale di Bankitalia Paolo Angelini, verrà applicata «alle attività gestite in autonomia dalla banca, ossia agli investimenti del suo portafoglio finanziario e delle riserve valutarie. Si tratta di un perimetro considerevole: a fine 2020 copriva attivi per circa 190 miliardi di euro».
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La linea green di Bankitalia, arriva la Carta degli investimenti sostenibili
La Carta, dunque, non riguarda i portafogli di politica monetaria, ma esclusivamente quelli finanziari e delle riserve valutarie. Per quest’ultimi, i vertici di Via Nazionale chiudono a qualsiasi investimento incompatibile con i già citati criteri ESG, come le armi controverse, il tabacco e lo sfruttamento del lavoro minorile, ed aprono alle imprese che rispettano i parametri tracciati dal Network for Greening the Financial System.
E cioè, a quelle che si impegnano nell’utilizzo responsabile delle risorse naturali e che valutano gli effetti sugli ecosistemi, che mantengono adeguate condizioni di sicurezza, salute, giustizia, parità e inclusione e che generano reddito e lavoro nel rispetto di principi etici e delle best practice di lavoro societario.
L’ambizione di Palazzo Koch è dunque di promuovere la sostenibilità economica, ambientale e sociale di lungo termine, di integrare i criteri ESG nell’allocazione degli investimenti e nei sistemi di misurazione e gestione dei rischi e di elaborare e rendere pubbliche informazioni e analisi sulla finanza sostenibile, comunicando con regolarità i risultati conseguiti nella gestione dei propri investimenti.
Rimane il nodo dei combustibili fossili
Non è chiaro, però, quale sia la posizione di Bankitalia nei confronti dell’industria dei combustibili fossili. Nella Carta non sono infatti previste delle politiche di esclusione come per altre macro-aree espressamente citate. E’ probabile, a questo punto, che gli uomini di Visco continueranno a seguire i processi di decarbonizzazione dei singoli operatori, nella speranza che le tante promesse degli ultimi tempi vengano mantenute. Altrimenti, possibili degli aggiustamenti in corsa con normative di esclusione ad hoc.
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