È passato un mese esatto dal ritrovamento del corpo di Laura Ziliani, l’ex vigilessa, scomparsa da Temù l’8 maggio. Le indagini proseguono sulla pista dell’omicidio. Indagate le figlie.
Si infittisce il giallo di Temù. A quattro mesi esatti dalla denuncia di scomparsa non si conoscono ancora le cause della morte di Laura Ziliani, l’ex vigilessa di 55 anni sparita nel nulla la mattina dell’8 maggio e il cui corpo è stato ritrovato solo l’8 agosto tra la vegetazione a due passi dal fiume Oglio.
Laura, dopo aver salutato le figlie, si sarebbe allontanata da casa per fare trekking ma non sarebbe più tornata sparendo nel nulla. Dopo il ritrovamento del corpo privo d’indumenti e con la testa rasata gli inquirenti hanno escluso la possibilità di un incidente in montagna come si era precedentemente ipotizzato.
Adesso le indagini si concentrano sull’ipotesi di omicidio e i dubbi sono ricaduti su due delle tre figlie della donna. L’inchiesta rimane aperta, segue dunque una ricostruzione dettagliata dei fatti fin’ora conosciuti del caso: dalla scomparsa alle ipotesi più recenti.
Laura Ziliani: chi è e la scomparsa
È l’8 maggio quando Laura Ziliani scompare da Temù, piccolo comune della Val Camonica in provincia di Brescia. L’ex vigilessa, madre di tre figlie, lavorava al Comune di Roncadelle e ogni tanto si recava alla villa di famiglia a Temù.
Stando a quanto raccontato dalla figlia maggiore e dalla minore, che hanno dato l’allarme non vedendola tornare, Laura sarebbe uscita alle 7:00 per fare la sua escursione di trekking mattutina.
Le ricerche sono state avviate immediatamente, coinvolgendo i Vigili del fuoco, i tecnici del Soccorso alpino, la Protezione Civile e i soccorritori della Guardia di Finanza, ma di Laura non c’è alcuna traccia.
Laura Ziliani: i primi sospetti e il ritrovamento del corpo
Una prima svolta del caso si ha solo il 25 maggio quando viene ritrovata una delle scarpe di Laura con la tomaia bucata. Emergono quindi le prime ipotesi sul caso: potrebbe essersi verificato un incidente lungo il suo tragitto oppure l’allontanamento potrebbe essere stato volontario.
Qualcosa però non torna e nasce un nuovo mistero: il cellulare. Il telefono di Laura, secondo i tabulati, risulta spento dalla sera precedente e viene ritrovato nella villa di famiglia in garage. Inoltre l’orologio GPS sarebbe rimasto a casa. Due strumenti da cui Laura non si sarebbe mai separata per fare trekking.
Laura conosce bene queste montagne così come i pericoli. Non sarebbe mai andata via di casa senza telefono e senza accendere il GPS.
Queste le parole di chi la conosceva. L’attenzione della donna sarebbe aumentata dopo un incidente in montagna avvenuto nel 2012 nel quale perse la vita suo marito.
Il corpo di Laura Ziliani è stato ritrovato solo un mese fa, l’8 agosto, quando un bambino mentre passeggiava con il cane e la famiglia avrebbe notato qualcosa di strano tra le vegetazione. Laura era con la testa rasata e priva di indumenti.
L’autopsia in poche ore ha confermato l’identificazione della vittima e non ha rinvenuto fratture o colluttazioni, fornendo elementi importanti per le indagini che riprendono seguendo tutt’altra pista. Per la procura di Brescia non può essere stato un incidente e si ipotizza l’omicidio.
Una macabra ipotesi: Laura sarebbe stata avvelenata dalle figlie
Il ritrovamento della Ziliani ha aperto nuove piste e gli investigatori ragionano su un possibile omicidio in cui siano coinvolte le figlie.
Infatti, molti hanno riferito dei frequenti litigi tra la donna e le due figlie - la maggiore e la minore - per motivi economici. Le due ragazze con il fidanzato della prima - tutti e tre iscritti sul registro degli indagati - avevano grandi progetti per la casa di famiglia di Temù che volevano trasformare in un bed and breakfast.
Un progetto al quale Laura Ziliani si sarebbe opposta ripetutamente. C’è da tenere in considerazione anche il suo cospicuo patrimonio immobiliare, con decine di case e appartamenti.
L’ipotesi è che Laura sia stata avvelenata o drogata con un sonnifero. Sono in corso le analisi che confermeranno o meno questa pista.
A che punto sono le indagini su Laura?
Ancora niente di certo, quindi, ma c’è grande attesa per l’esito dell’esame tossicologico che dovrà stabilire se la donna sia stata avvelenata o meno. Un accertamento affidato dalla Procura al professor Andrea Verzeletti, direttore dell’Istituto di Medicina Legale degli ospedali civili di Brescia, che ha prelevato gli organi che potrebbero essere stati interessati.
Il pm Caty Bressanelli ha chiesto al medico legale di vagliare alcune ipotesi che per adesso rimangono tre:
- l’ipotesi del suicidio;
- quella del malore causato da un arresto cardiaco. Laura aveva fatto accertamenti cardiaci l’anno scorso anno prima;
- l’avvelenamento.
I tempi richiesti per questi esami sono però lunghi, i risultati si attendono per fine mese e da questi dipende anche la vita delle due figlie e del ragazzo che fino a prova contraria sono innocenti. Non resta che aspettare.
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