Coronavirus: ecco le grandi aziende che licenziano in Europa

Fiammetta Rubini

19 Agosto 2020 - 15:34

La crisi del lavoro derivata dalla pandemia non ha risparmiato le grandi aziende. Ecco alcune di quelle che hanno annunciato tagli ai posti di lavoro e chiusure in Europa.

Coronavirus: ecco le grandi aziende che licenziano in Europa

In piena pandemia lavorare in multinazionali o aziende grandi e di successo non salva automaticamente dall’effetto devastante della crisi. Tanti colossi stanno vivendo un periodo nero che li ha portati a prendere provvedimenti come tagli dei posti di lavoro e chiusure di punti vendita e stabilimenti.

Con il coronavirus la disoccupazione è aumentata in tutta Europa, con alcuni settori - come quello aereo e automobilistico- particolarmente penalizzati.

Secondo i dati, in UE più di 280.000 persone hanno perso il lavoro a giugno con un tasso di disoccupazione che è salito al 7,1% (7,8% nell’area euro).

Vediamo quali sono le grandi aziende che in Europa (ma non solo) hanno annunciato licenziamenti a causa del coronavirus.

Lavoro: le grandi aziende che stanno licenziando per il Covid

Renault ha annunciato a fine maggio che avrebbe tagliato 15.000 posti di lavoro in tutto il mondo, 4.600 dei quali in Francia, in seguito al crollo delle vendite di auto. Tuttavia i numeri potrebbero essere inferiori giacché la società automobilistica si è assicurata un prestito statale di 5 miliardi di euro in cambio di una ristrutturazione delle sue fabbriche.

In Gran Bretagna Marks and Spencer, la multinazionale delle vendite al dettaglio, ha annunciato che avrebbe tagliato 7.000 posti di lavoro coinvolgendo tanto amministrazione e logistica quanto personale dei negozi. La società ha tuttavia aggiunto che saranno creati molti nuovi posti di lavoro per l’online e l’ecommerce.

La crisi si è abbattuta anche su Boots, che include farmacie, negozi di prodotti di bellezza e ottici: la società ha detto che taglierà 4.000 posti di lavoro, corrispondenti a circa il 7% della sua forza lavoro.

Pret A Manger, famosissima catena di ristoranti, ha fatto sapete che chiuderà 30 punti vendita in tutto il Paese, di cui quasi la metà a Londra.

British Petroleum gigante petrolifero ha annunciato l’intenzione di voler tagliare 10.000 posti di lavoro, la maggior parte entro la fine dell’anno, visto il crollo della domanda globale di petrolio e dei prezzi.

Per non parlare delle compagnie aeree, tra le più pesantemente colpite dall’impatto del Covid e del lockdown. Lufthansa ha fatto sapere di voler tagliare 22mila posti di lavoro, la metà dei quali in Germania; Air France ridurrà il personale di 7.500 posti entro il 2022, aggiungendo che incoraggerà dimissioni volontarie prima di passare alla fase licenziamenti. Sulla stessa barca British Airways, EasyJet, Virgin Atlantic, Ryanair e Scandinavian Airlines. Anche Airbus ha detto che taglierà posti di lavoro (ben 15.000) in quanto deve affrontare la “crisi più grave che questo settore abbia mai visto”.

In Spagna l’annuncio di Nissan di chiudere lo stabilimento di Barcellona, dove sono impiegate circa 2.800 persone, ha dato vita a una serie di proteste accese. L’azienda ha spiegato che la pandemia ha così tanto penalizzato la società che si sarebbe concentrata sui mercati in Asia e Nord America.

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