Lavoro minorile record nel 2020: in aumento per la prima volta in 20 anni

Riccardo Lozzi

10/06/2021

Nel 2020 si è registrato un aumento del lavoro minorile per la prima volta negli ultimi 20 anni. La situazione rischia di peggiorare ancora a causa della crisi economica post-Covid.

Lavoro minorile record nel 2020: in aumento per la prima volta in 20 anni

Nel 2020 il lavoro minorile è aumentato in tutto in mondo per la prima volta dopo 20 anni, durante i quali si era registrato un calo costante del fenomeno.

Gli effetti della crisi economica post-Covid, i quali hanno portato anche in Italia a una riduzione del reddito per la maggioranza delle famiglie, rischiano di far crescere ulteriormente questi numeri.

Questi sono i preoccupanti dati contenuti nel report pubblicato congiuntamente dall’Unicef e dall’Organizzazione Internazionale del Lavoro. Nel documento si osserva come già prima della comparsa del virus, all’inizio del 2020, i minori impiegati a livello internazionale fossero 160 milioni, con un incremento di 8,4 milioni negli ultimi quattro anni.

Lavoro minorile record negativo nel 2020

Un’inversione di tendenza rispetto all’intervallo di tempo che va dal 2000 al 2016, anni in cui si era assistito a una diminuzione di un totale di 94 milioni di bambini che, anche se ancora non sufficiente, sembrava potesse tracciare la strada giusta per un miglioramento globale.

Invece, dopo i miglioramenti faticosamente ottenuti, circa 1 bambino su 10 svolge un lavoro che, nella maggior parte dei casi, non gli permette di andare a scuola e di ricevere un’istruzione che possa contribuire ad accrescere le proprie conoscenze e il tenore di vita.

Di questi, circa la metà hanno un’età compresa tra i 5 e gli 11 anni. Inoltre, tra i minori tra i 5 e i 17 anni, negli ultimi quattro anni si è innalzato da 6,5 a 79 milioni il numero di chi si è trovato costretto a svolgere lavori pericolosi, definiti come quelle occupazioni che possono “nuocere alla salute, alla sicurezza o alla morale”.

Numeri in aumento per la prima volta in 20 anni

La pandemia da Covid-19, a causa delle restrizioni riguardanti luoghi pubblici come le scuole, insieme al calo del reddito pro capite, potrebbe peggiorare ulteriormente la situazione.

Come viene affermato dai rappresentanti di Unicef e dell’International Labour Organization, a causa dell’aumento della povertà per le famiglie, nei prossimi due anni quasi 50 milioni di bambini in più rispetto a oggi potrebbero essere costretti al lavoro minorile.

Infatti, secondo alcune proiezioni statistiche, già entro la fine del 2022 si potrebbe registrare un incremento che va da un minimo di 9 milioni a un massimo di 46 milioni di bambini, a seconda di quelle che saranno le politiche sociali messe in campo da parte delle istituzioni internazionali.

Con il Covid rischio di un nuovo peggioramento

Ovviamente, più verranno adottate politiche di austerità, più il numero di minori bloccati in questa condizione rischia di aumentare. Mentre per invertire la tendenza, le due agenzie internazionali coinvolte in questo studio hanno affermato come sia necessario un maggiore welfare a livello mondiale.

Le direttive più urgenti da applicare riguardano, ad esempio, gli assegni di reddito di base per famiglie sotto una certa soglia, una maggiore spesa per l’istruzione gratuita e per le politiche attive che favoriscano il rientro a scuola anche di chi aveva abbandonato prima dell’inizio della pandemia, oltre a investimenti su infrastrutture e servizi pubblici.

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