Le sfide dell’economia globale nel 2021

Pierandrea Ferrari

2 Gennaio 2021 - 09:00

I fondamentali economici globali sono stati duramente colpiti dalla pandemia in atto, ma tra pochi giorni si aprirà la partita per il 2021: dalla convivenza con il virus alla finanza, ecco le sfide economiche che ci attendono.

Le sfide dell’economia globale nel 2021

Il tempo dei consuntivi è finito. Tra una manciata di ore calerà il sipario sulla stagione pandemica che ha stravolto l’economia globale, e gli analisti già si affrettano a tracciare le loro previsioni sull’anno che verrà.

La speranza, come noto, è che un corposo rimbalzo possa risollevare le principali economie, fin qui tenute a galla dalle iniezioni di liquidità delle banche centrali: non un’illusione, ma piuttosto uno scenario concreto che nelle scorse settimane è stato alimentato dalla messa a punto dei vaccini anti-Covid e dal processo di ristrutturazione che le imprese hanno affrontato per resistere ai colpi.

Ma l’ambizione ultima, ben inteso, è di consolidare questo eventuale rimbalzo, evitando che la fiamma si spenga già nel 2021: per farlo, occorrerà affrontare con successo le sfide economiche che incombono.

Quali saranno le sfide economiche nel 2021?

Non mancano, come accennato, appigli per sperare in una ripresa economica duratura che possa sconfinare anche oltre il 2021: la resilienza delle imprese, il maggiore orientamento verso i temi della sostenibilità ambientale e della responsabilità sociale, la produzione in tempi record di un vaccino anti-Covid, tutti temi che rilevano il potenziale di crescita dell’economia globale.

Ma un potenziale è per definizione una eventualità, una ipotesi la cui concretizzazione passa inevitabilmente per le azioni degli uomini: in tal senso, le prospettive future dipendono dalla capacità della classe politica di tracciare le strategie più efficaci per marcare il punto.

Un esempio: la distribuzione del vaccino prodotto dalle Big pharma è stata ampiamente celebrata dalla comunità scientifica e dai Governi nazionali, ma non c’è ancora alcuna tregua sul fronte pandemico. Assegnare ad ogni individuo la sua doppia razione richiederà uno sforzo logistico senza precedenti, ed è probabile che l’immunità di gregge non sarà raggiunta prima del terzo trimestre del 2021: per non vanificare i traguardi scientifici sin qui conseguiti, i decisori nazionali dovranno continuare ad implementare misure restrittive e rafforzare le attività di test e tracciamento, nonostante i costi sociali che inevitabilmente comportano.

Poi, un articolato impianto di riforme dovrà arginare le congiunture negative della stagione pandemica: senza interventi, verrebbe consegnato alle generazioni più giovani un mondo meno globalizzato e profondamente diseguale, con le quote di mercato nelle mani di una manciata di paperoni: in breve, lo stadio finale del capitalismo.

Gli strumenti, a bene vedere, ci sono: la modernizzazione delle infrastrutture, un’ulteriore accelerazione degli investimenti nell’economia green (il mercato obbligazionario verde è visto in crescita il prossimo anno) e le riforme fiscali potrebbero essere alcune operazioni efficaci per rimodellare l’economia globale e scongiurare una crescita a singhiozzo, o insufficiente.

Preoccupa il disaccoppiamento della finanza dall’economia reale

Un tema caldo negli ultimi mesi è stato indubbiamente la corsa forsennata dei mercati azionari, mentre l’economia reale colava a picco sotto il fuoco incrociato delle misure restrittive e degli stimoli a intermittenza.

Finora le piazze finanziarie hanno beneficiato dei tassi d’interesse ai minimi garantiti dall’orientamento “dovish” delle principali banche centrali, ma anche di quell’entusiasmo ai confini dell’irrazionalità che ha contagiato per mesi gli investitori (e il loro portafoglio).

Ora, sarà necessario un intervento incisivo delle autorità affinché il disaccoppiamento non si traduca in un definitivo strappo tra i mercati e l’economia reale, con conseguenze difficili da pronosticare per l’uno e per l’altro.

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