I green bond hanno riscosso un notevole successo durante il corso di quest’anno. Si apre ora la partita per il 2021: cosa ci dobbiamo aspettare?
A poche settimane dalla fine del 2020 è tempo di previsioni – e di bilanci – per i green bond.
Come noto, queste obbligazioni vengono emesse per finanziare dei progetti sostenibili da un punto di vista ambientale. Lanciate per la prima volta sul mercato dalla Banca europea degli investimenti (Bei) nel 2017, i titoli di debito green hanno visto la loro popolarità accrescersi rapidamente sulla spinta dei movimenti ambientalisti (su tutti, il Fridays For Future di Greta Thunberg).
Nel corso di quest’anno, poi, gli stravolgimenti pandemici hanno evidenziato la necessità di un repentino mutamento strutturale dell’economia globale: un’epifania a cui ha seguito una maggiore sensibilità aziendale verso i criteri ESG e un consolidamento delle emissioni di green bond. In tal senso, una tappa fondamentale negli ultimi dodici mesi è stata l’approvazione del Recovery Fund, lo strumento di ripresa in chiave anti-Covid le cui risorse – come ribadito dalla Presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen – saranno parzialmente dedicate alla lotta al cambiamento climatico.
Ma che cosa ci dobbiamo aspettare dalle obbligazioni verdi il prossimo anno? Ecco una panoramica sugli scenari tracciati dagli osservatori internazionali per il 2021.
Green bond: che cosa succederà nel 2021?
L’Unione europea detta da sempre legge nel campo della sostenibilità ambientale. E lo ha fatto anche nel corso del 2020, prima con l’approvazione del Recovery Fund, poi con la definizione di un piano teso a garantire la neutralità climatica del vecchio continente entro il 2050.
Ma le novità più gustose, dicono gli esperti, arriveranno solo nei prossimi mesi: tra queste, la pubblicazione della versione finale del Green Bond Standard, con il mercato obbligazionario verde che – nel rispetto dei suddetti criteri - finanzierà esclusivamente quelle aziende la cui attività è conforme alla tassonomia dell’Unione europea. In altre parole, saranno premiate le imprese in grado di contribuire al conseguimento di uno dei sei obiettivi ambientali fissati da Bruxelles.
Un passaggio chiave, questo, poiché un recente studio – basato su un campione di 16.000 aziende – ha evidenziato come le obbligazioni green abbiano sinora avuto un impatto limitato sulla riduzione delle emissioni: un discostamento dai target dell’accordo di Parigi che l’Unione europea cercherà di arginare con criteri più rigorosi.
Poi, prevista un’ulteriore emissione dell’UE di green bond, per una quota che dovrebbe raggiungere i 225 miliardi di euro secondo le stime più recenti. Il nuovo round partirà nel secondo trimestre e sarà finalizzato a finanziare progetti ambientali nel breve termine, 2021-2023. Un contributo, inoltre, verrà direttamente dai singoli Stati membri, che nel prossimo anno dovrebbero iniziare a raccogliere risorse sul mercato con le loro obbligazioni verdi nazionali (tra questi, anche l’Italia).
Un’accelerazione sul fronte della sostenibilità ambientale che, secondo gli analisti di NN Investment Partners, porterà nel 2021 ad un aumento di 300 miliardi di euro del volume d’affari dei green bond, per un importo complessivo di 1.000 miliardi.
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