Polemiche per l’assenza di dialogo tra i Ministri interessati e i rappresentanti del personale in divisa; Forze Armate dimenticate dalla Legge di Bilancio 2019.
La Legge di Bilancio è ormai pronta per essere approvata; da parte del personale del comparto Difesa e Sicurezza, però, non c’è soddisfazione per quanto fatto (o non fatto) con la manovra finanziaria visto che militari, poliziotti e vigili del fuoco sono stati “dimenticati”.
Non è tanto la mancanza di interventi in favore del personale in divisa a far discutere, anche perché effettivamente nella Legge di Bilancio qualche piccolo intervento ad hoc c’è: ricordiamo, ad esempio, che la manovra finanziaria stanzia le risorse (non considerate soddisfacenti) per un rinnovo del contratto, così come quelle per procedere con un nuovo riordino delle carriere. Non mancano poi le risorse per le assunzioni nelle Forze dell’Ordine, con nuovi concorsi e scorrimenti delle vecchie graduatorie in arrivo nel 2019.
A far discutere è l’assenza di dialogo tra i rappresentanti del personale in divisa e i Ministri rappresentanti del Comparto Difesa e Sicurezza, nessuno escluso. Né il Ministro della Difesa Elisabetta Trenta, né tantomeno il Ministro dell’Interno Matteo Salvini (probabilmente perché “preso” da altre questioni, come l’approvazione della riforma delle pensioni che poco ha a che fare con il suo ruolo istituzionale) in questi giorni hanno fornito le risposte adeguate alle richieste del personale in divisa.
Legge di Bilancio 2019: quali interventi per le Forze Armate?
Nella manovra finanziaria vengono stanziate le risorse per il nuovo rinnovo del contratto, per l’approvazione di integrazioni e correttivi all’ultimo riordino delle carriere e per nuove assunzioni nel comparto Difesa e Sicurezza.
Secondo i rappresentanti del personale in divisa, però, nessuna delle risorse a disposizione sarà sufficiente per raggiungere gli obiettivi prefissati. Ad esempio, per quanto riguarda il rinnovo del contratto sono stati stanziati 1,050 miliardi di euro per il 2019, più altri 1,075 miliardi per il 2020 e 1,125 miliardi per il 2021. Come vi abbiamo riportato nei giorni scorsi, però, con queste risorse ci potrà essere un aumento di stipendio di poco conto, tant’è che secondo i sindacati sarà persino inferiore al “costo di un caffè giornaliero”.
Non soddisfano neppure i 70 milioni di euro stanziati per la “correzione” del riordino delle carriere, così come il piano assunzioni per le Forze Armate e di Polizia con il quale non verrà risolta la carenza degli organici. In tal senso non bisogna dimenticare che nel frattempo è stato approvato il Decreto Sicurezza con il quale aumentano le competenze del personale in divisa, ma mantenendo inalterati gli organici.
Legge di Bilancio: dimenticato il personale in divisa
A tal proposito riportiamo una nota del Co.Ce.R. Carabinieri - pubblicata da Infodifesa.it - che riassume al meglio il malcontento generale delle Forze dell’Ordine in queste ore che precedono l’approvazione della Legge di Bilancio.
Secondo il Co.Ce.R. interforze le risposte offerte dal Governo sono “insoddisfacenti” per il futuro del comparto Difesa e Sicurezza. Il problema è che in queste settimane i rappresentanti politici del Governo si sono preoccupati più di “sbandierare annunci sui social network” che di avviare un confronto dialettico con i rappresentanti del personale in divisa.
Insomma, nella Legge di Bilancio saranno state pure stanziate le risorse per approvare interventi in favore delle Forze Armate, tuttavia l’assenza di dialogo ha fatto sì che ad oggi ancora non si conoscono i riflessi della manovra finanziaria sull’intero comparto.
“Confrontiamoci sui contenuti” chiede il Co.Ce.R, quando però sembra essere troppo tardi visto che la prossima settimana la Camera approverà definitivamente la Legge di Bilancio.
Anche il Co.Ce.R. è convinto che le risorse stanziate con la Legge di Bilancio non sono sufficienti per raggiungere gli obiettivi prefissati: ad esempio, non garantiscono un rinnovo del contratto apprezzabile (tant’è che molto probabilmente la concertazione sarà rinviata di un anno) né tantomeno possono ridisegnare un rilancio di riassetto delle carriere di un “personale che non intende elemosinare compensi ma chiede il rispetto della propria professionalità non adeguamente compensata e misurata”.
Il Co.Ce.R. poi pone l’attenzione sull’Operazione Strade Sicure, per la quale da anni si chiede una “rivisitazione” per andare incontro alle richieste dei militari che ne sono interessati. Com’è possibile riflettere sulle condizioni e sulle competenze legislative del personale militare senza le opportune risorse? Una domanda alla quale, almeno per il momento, non avremo alcuna risposta.
Infine viene posta l’attenzione sulla questione relativa alla riforma della prescrizione: una scelta sbagliata, che si ripercuoterà negativamente sul personale in divisa il quale, assolvendo delicati compiti pubblici, “potenzialmente si troverebbe sospeso dal servizio per termini indefiniti, senza stipendi e certezza del giusto stipendio”.
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