Separazione tra MDP e SI: Liberi e Uguali così non diventerà un partito, con la sinistra che continua a dividersi condannandosi all’irrilevanza politica.
“Vabbè continuiamo così, facciamoci del male…”. Si può prendere in prestito la famosa frase pronunciata nel film Bianca da Nanni Moretti , di fronte a una famiglia che ignorava cosa fosse una torta Sacher, per spiegare cosa sta succedendo nella sinistra del nostro paese.
Dopo una lunga agonia, a patto che ci siano mai stati segnali di vita, è stato ufficializzato lo scioglimento di Liberi e Uguali, anche se i gruppi parlamentari continueranno ad andare avanti.
Articolo 1-MDP (gli scissionisti del PD) e Sinistra Italiana si separano, mentre Possibile di Pippo Civati da tempo si era allontanato. Guardando gli ultimi sondaggi politici, un divorzio che assomiglia molto alla scissione dell’atomo e che potrebbe portare definitivamente la sinistra verso un viale del tramonto imboccato già da tempo.
Liberi e Uguali si scioglie
Alla fine si potrebbe parlare di una morte ampiamente annunciata. Da tempo infatti tutti i protagonisti che avevano dato vita a Liberi e Uguali avevano annunciato l’intenzione di andare ognuno per la propria strada.
Niente Congresso quindi per far diventare LeU da lista elettorale a partito, con il sogno di creare in Italia un movimento che potesse riportare in auge la sinistra, come fatto da Corbyn nel Regno Unito e da Mélenchon in Francia, che così tramonta definitivamente.
Un addio questo che si è consumato tra le immancabili polemiche. Nicola Fratoianni di Sinistra Italiana ha accusato quelli di MDP di guardare alle primarie del PD, mentre Roberto Speranza ha ribattuto che SI invece vuole aderire al progetto del sindaco di Napoli Luigi De Magistris.
In mezzo c’è un leader designato come Pietro Grasso che si è dimostrato poco capace di poter vestire questi panni, una Laura Boldrini che da tempo ha iniziato a guardarsi intorno mentre Pippo Civati, dopo essere rimasto fuori dal Parlamento lo scorso 4 marzo, si è staccato già da un pezzo.
Nonostante i buoni propositi, alle elezioni politiche del 4 marzo Liberi e Uguali non è andato oltre il 3,3%, riuscendo per un soffio a superare la soglia di sbarramento e a eleggere in totale 14 deputati e 4 senatori.
Il sentore è che in realtà non ci sia mai stata una grande volontà da parte dei vari leader di creare un contenitore unitario della sinistra. Ottenuta l’elezione e la possibilità di stare altri cinque anni in Parlamento, ecco che il progetto è stato subito accantonato.
Sinistra in frantumi
Con lo scioglimento di Liberi Uguali al momento la situazione sarebbe questa. Oltre al Partito Democratico che fra qualche mese sceglierà il nuovo segretario, a sinistra c’è una galassia di partiti e movimenti.
Articolo 1 MDP di Bersani e Speranza oltre agli altri scissionisti del PD, Sinistra Italiana di Nicola Fratoianni e alcuni ex SEL, Possibile di Pippo Civati, Potere al Popolo, Rifondazione Comunista, Patria e Costituzione di Stefano Fassina, il Partito Comunista di Marco Rizzo più un’altra infinità di movimenti e sigle.
Se guardiamo i sondaggi, considerando soltanto Liberi e Uguali e Potere al Popolo insieme sarebbero al 4,8%. Se poi magari ci vogliamo aggiungere anche tutti gli altri partiti e movimenti, si potrebbe dire che l’intera area starebbe al 6%.
Senza dubbio una buona base di partenza anche in vista delle elezioni europee di fine maggio, dove la soglia di sbarramento sarà del 4%. Sotterrando i vari dissapori e indicando un unico leader, con una campagna elettorale ficcante la sinistra potrebbe tornare a farsi sentire.
Questa nuova diaspora però non può che produrre un generale indebolimento oltre che allontanare un elettorato ormai sempre più confuso e deluso. Una strategia suicida che sta condannando la sinistra all’irrilevanza politica: dopo aver toccato il fondo lo scorso 4 marzo, invece di risalire si sta iniziando a scavare.
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