Materie prime: dal petrolio al grano, il rally fa paura

Violetta Silvestri

03/03/2022

L’impennata dei prezzi delle materie prime accelera a ritmi impressionanti: dal gas europeo al petrolio fino al grano e ai metalli, il rally ora fa paura. Cosa sta succedendo alle commodities?

Materie prime: dal petrolio al grano, il rally fa paura

I mercati delle materie prime hanno esteso le loro corse rialziste, con alluminio, carbone e olio di palma che hanno tutti raggiunto nuovi record.

Petrolio greggio e grano hanno scalato i massimi pluriennali e il gas naturale europeo è salito per il quarto giorno, mentre l’invasione russa dell’Ucraina sta interrompendo flussi globali di commodities.

Il ruolo della Russia come fornitore leader di petrolio, gas, metalli, grano e nei trasporti marittimi ha fatto sì che le dure sanzioni applicate a diverse entità russe hanno ribaltato alcune catene di approvvigionamento di risorse critiche.

E ora, il rally delle materie prime così forte e senza freni fa paura all’economia mondiale, europea, italiana.

Petrolio, gas, grano e non solo: folle corsa delle materie prime

Nuovi e allarmanti record per i prezzi delle materie prime nel contesto della guerra in Ucraina: oggi, 3 marzo, il petrolio greggio Brent è salito sopra i 118 dollari al barile per la prima volta da febbraio 2013, con la paralisi degli acquisti dal terzo produttore di petrolio.

Al momento in cui si scrive, i futures sul WTI scambia a più di 115 dollari al barile.

Alle ore 9.20 il gas nel benckmark europeo do Amsterdam sale ancora a 196 euro per megawattora.

Sebbene le sanzioni non prendano di mira le esportazioni di energia russe, i commercianti e gli spedizionieri evitano di trattare con i fornitori del Paese, incluso il braccio di Gazprom PJSC per il commercio di energia.

Sul fronte cereali e materie prime agricole, l’allarme è sul grano: i futures di Chicago sono aumentati di quasi il 40% nell’ultimo mese e sono saliti ai massimi da 14 anni di $ 11,34 per staio.

I contratti sul mais stanno schizzando sui 750 dollari a Chicago. Questa materie prima è importante anche per il settore degli allevamenti in Italia. Il nostro Paese la importa per l’alimentazione degli animali, con una quota rilevante proprio dall’Ucraina. Il balzo dei prezzi aveva già fatto scattare l’allarme di categoria nella nazione.

Anche prezzi dell’olio di palma malese hanno raggiunto il massimo record di 6.950 ringgit per tonnellata.

Da ricordare che Russia e Ucraina rappresentano circa il 28,5% delle esportazioni globali di grano nel 2021, il 19% dell’export di mais e l’80% delle esportazioni di olio di girasole, che compete con l’olio di soia e l’olio di palma.

Tra sanzioni, boicottaggi verso gli acquisti russi e chiusura dei porti nel Mar Nero, queste commodities agricole sono sempre più carenti e costose.

Infine, nei metalli industriali, l’alluminio LME è salito del 2,3% a un massimo storico di $ 3.650 a tonnellata, mentre il nichel è balzato di oltre il 4% a $ 26.935 a tonnellata. Il palladio viaggia ancora con rilevanti rialzi, stamane del 2,46%.

I commercianti globali cercano di fare i conti della perdita di approvvigionamento dal produttore russo, fondamentale per questi metalli.

Se la pressione dei prezzi delle materie prime continua a pesare sull’inflazione, il serio rischio è una stagflazione (zero crescita e prezzi ai massimi).

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