I mercati aprono la settimana con segnali contrastanti: in Cina i servizi sono arrivati ai minimi di mesi. Tra incertezze Covid e ripresa incerta, i riflettori sono anche sul petrolio. Che succede?
Mercati oggi contrastanti, con segnali di agitazione che arrivano soprattutto dalla Cina.
Il dato sui servizi ha deluso la potenza asiatica, proprio quanto una ripresa dei contagi in alcune parti della grande nazione e, in generale, nel continente stanno riaccendendo l’allarme.
Prosegue, inoltre, la guerra cinese alle big tech.
I riflettori sono puntati oggi sul petrolio, con la riunione OPEC+ che non riesce ancora a trovare una soluzione.
Che succede oggi nei mercati?
Mercati oggi: la Cina sotto la lente, i motivi
Le borse asiatiche tentano il recupero dopo un avvio assia contrastante. Alle ore 9.16 italiane, il Nikkei scambia a -0,64% e gli indici cinesi tornano con la luce verde: Shenzhen +0,33% e Shanghai +0,44%.
Positivi anche Kospi e Taiean, mentre Hong Kong va in rosso.
A muovere l’Asia oggi c’è soprattutto la Cina. Innanzitutto, sono stati resi noti i dati PMI dei servizi, piuttosto deludenti per il dragone.
Un’indagine privata sull’attività del settore cinese ha mostrato un brusco rallentamento della crescita a giugno, al minimo su 14 mesi. L’indice dei responsabili degli acquisti dei servizi di Caixin/Markit per giugno, pubblicato oggi 5 luglio, si è attestato a 50,3, con un calo significativo rispetto alla lettura di maggio di 55,1.
Tuttavia, si è mantenuto al di sopra del livello 50 nelle letture PMI che indicano una crescita su base mensile.
Intanto, le azioni tecnologiche in Asia sono state per lo più negative. Le big tech cinesi a Hong Kong sono diminuite negli scambi di lunedì a causa del riemergere di timori normativi.
Le azioni Tencent sono scese del 4% mentre Alibaba è crollata del 2,74% e Meituan del 6,12%. Anche l’indice Hang Seng TECH di Hong Kong è diminuto del 2,63%.
Anche le azioni del conglomerato giapponese SoftBank Group sono crollate del 5,39%.
Le perdite sono arrivate dopo che i regolatori cinesi hanno affermato che Didi, supportato da SoftBank, ha raccolto illegalmente i dati personali degli utenti. Da Pechino è giunto quindi l’ordine agli app store di smettere di offrire l’app di Didi. La mossa è arrivata pochi giorni dopo il debutto sul mercato del gigante alla Borsa di New York.
“L’app non può più essere scaricata in Cina, anche se gli utenti esistenti che avevano precedentemente scaricato e installato l’app sui loro telefoni prima della rimozione possono continuare a utilizzarla”, ha affermato Didi in un comunicato domenicale. La società aveva annunciato venerdì di aver sospeso la registrazione di nuovi utenti in Cina e ha rimarcato quanto questo possa intaccare i ricavi.
La guerra alle big tech da parte della Cina, quindi, continua.
La giornata dei mercati sarà caratterizzata dallo sguardo attento verso l’OPEC+, in conflitto da giorni. Senza un accordo, i prezzi del petrolio potrebbero impennarsi ancora di più e premere sul’inflazione.
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