Mercati oggi: scambi positivi in un rinnovato ottimismo sulla ripresa economica. L’inflazione USA in crescita non spaventa le azioni, ma il Giappone frena sui timori Covid.
Mercati oggi: le azioni globali scambiano al rialzo, verso nuovi massimi, mostrando poca reazione all’inflazione USA più alta del previsto.
Gli investitori si stanno concentrando sugli utili imminenti e sulla ripresa globale. Il benchmark di Hong Kong ha sovraperformato e le azioni tecnologiche hanno sollevato la Cina, magli indici in Giappone sono calati a causa delle preoccupazioni per il lento lancio del vaccino e per il ritorno di contagi.
Che succede oggi nei mercati?
Mercati: Asia in corsa, tranne il Giappone. Che succede?
La maggior parte degli indici azionari dell’Asia-Pacifico ha seguito Wall Street al rialzo.
L’Hang Seng di Hong Kong ha guidato i guadagni nella regione.
Il Giappone ha invertito la tendenza, con il Nikkei in calo dello 0,4% poiché l’aumento dei contagi ha sollevato dubbi su una riapertura economica tra 100 giorni prima che Tokyo ospiterà le Olimpiadi.
L’indice più ampio di MSCI di azioni Asia-Pacifico al di fuori del Giappone ha guadagnato lo 0,6%. L’Hang Seng di Hong Kong è cresciuto dell’1,3%, mentre l’indice delle blue chip cinesi è balzato dello 0,7%.
L’indicatore della performance azionaria di MSCI in 50 Paesi è aumentato dello 0,15%, estendendo il suo massimo storico.
USA: T bond in flessione
USA sempre in primo piano nelle analisi degli investitori.
Due sono stati gli elementi osservati: il dato sui prezzi al consumo e i rendimenti del Treasury.
L’inflazione è aumentata dello 0,6%, il maggiore incremento dall’agosto 2012, spinta dal ritmo delle vaccinazioni e dallo stimolo fiscale che hanno dato forza alla domanda repressa.
Tuttavia è improbabile che i dati cambino l’opinione del presidente della Federal Reserve Jerome Powell secondo cui l’aumento dell’inflazione nei prossimi mesi sarà transitorio.
Il rendimento dei titoli del Tesoro USA a 10 anni è salito dall’inizio dell’anno a un massimo di 14 mesi dell’1,776% il 30 marzo, scommettendo che un massiccio stimolo fiscale avrebbe accelerato una ripresa degli Stati Uniti, alimentando un’inflazione più rapida di quanto previsto dai politici della Fed.
Ma i rendimenti sono diminuiti questo mese, in parte a causa dell’insistenza della Fed sul fatto che la debolezza del mercato del lavoro impedirà il surriscaldamento dell’economia.
Anche un’ondata di ottimi risultati d’asta, compresi i titoli a 30 anni di martedì, ha contribuito a domare i rendimenti.
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