La Banca centrale Usa ieri sera ha lasciato il costo del denaro invariato, nonostante le sollecitazioni di Trump che auspicava ad un taglio dei tassi di interesse dell’1% ed un ripristino del programma di QE. Le quotazioni dell’oro, intanto, ne risentono
Ieri sera la Federal Reserve ha comunicato la sua decisione in merito alla politica monetaria Usa: i tassi di interesse sono rimasti invariati al range compreso tra il 2,25% e il 2,50% (clicca qui per approfondire). L’ultimo rialzo del costo del denaro rimane quindi quello effettuato a dicembre 2018.
Tutto questo nonostante martedì, Donald Trump, era tornato a criticare la Fed, auspicando al contempo un taglio dei tassi dell’1% e il ripristino del programma di Quantitative Easing.
Dal comunicato ufficiale del FOMC non sono emerse modifiche significative rispetto a quanto pubblicato a marzo, eccetto che l’inflazione rimane al di sotto del target del 2% e non «vicina» come si è letto nel precedente comunicato.
Powell ha affermato infatti che è possibile che le pressioni inflazionistiche stiano scontando «fattori transitori», aggiungendo che l’inflazione, proprio per questo motivo, dovrebbe tornare a centrare il target della Fed nel corso del tempo.
La reazione dei mercati
A Wall Street il Dow Jones Industrial Average ha chiuso la sessione cedendo più di 160 punti, a 26.430,14 punti, il NASDAQ Composite è sceso dello 0,6% a 8.049,64 punti, mentre l’indice S&P 500 ha registrato la seduta di contrattazione peggiore dallo scorso 22 marzo, cedendo lo 0,8% a 2.923,73 punti. I tassi sui Treasuries Usa a due anni, dopo le parole di Powell, sono balzati al 2,30%, rispetto al 2,20% precedente al comunicato della Fed.
Il Dollar Index è salito a 97,61 dal minimo precedente di 97,14. Il cambio EUR/USD è tornato in area 1,1200 dopo essere salito fino a 1,1265, mentre il USD/JPY si è rafforzato fino a 111,14 rispetto al minimo a 111,03.
L’oro risente delle decisioni della Fed
XAU/USD, grafico giornaliero. Fonte: Bloomberg
Secondo Carlo Alberto De Casa, Capo Analista per ActivTrades: «Le quotazioni dell’oro risentono nuovamente delle decisioni prese dalla Fed, che ha lasciato i tassi invariati. Il metallo giallo è caduto di nuovo sotto la soglia dei 1.280 dollari, confermando la una debolezza di breve che lo vede incapace di rimbalzare quando il dollaro si indebolisce e calare quando il dollaro invece si rafforza. Dal punto di vista tecnico, c’è un primo supporto a 1.266 dollari l’oncia, ove troviamo il minimo toccato la scorsa settimana, mentre i precedenti supporti a 1.280 e 1.288 dollari l’oncia fungono adesso da resistenze»
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