La forte crescita dei prezzi del mercato immobiliare durante la pandemia di Covid-19 potrebbe portare a una bolla speculativa nell’Eurozona.
Nonostante la crisi economica da Covid-19, il mercato immobiliare sta registrando negli ultimi mesi una forte crescita dei propri prezzi che, secondo diversi analisti, potrebbe portare presto a una bolla speculativa nell’Eurozona.
Come mostrato dagli indicatori, nel 2020 il costo delle abitazioni è aumentato in media del 4% nei Paesi avanzati. Ancora più alte sono state le percentuali in Germania, Olanda, Portogallo e Polonia raggiungendo addirittura 15%, mentre in USA si è attestato al 5%.
Un’impennata in contraddizione con i fondamentali, poiché la ricchezza globale è in calo, così come gli affitti, e non è prevista una ripresa a breve a causa delle nuove misure restrittive attuate dai governi dei diversi Stati.
Proprio l’esecuzione dei nuovi lockdown potrebbe essere uno degli elementi pronti a intaccare il valore delle abitazioni in Europa e America.
Mercato immobiliare: in arrivo una bolla speculativa per l’Eurozona?
L’OCSE ha rilevato una vera e propria accelerazione dei prezzi del settore immobiliare tra il primo e il secondo trimestre, mentre il mondo subiva la sua più grande recessione dal dopoguerra.
Tra le cause che potrebbero spiegare una situazione del genere troviamo i forti pacchetti di stimolo attuati dai governi e dalle banche centrali, i quali hanno permesso di sostenere le difficoltà affrontate dalle aziende e dalle famiglie durante la pandemia, mantenendo bassi i tassi di interesse sui prestiti.
L’aumento dei prezzi delle case sta però generando come prima conseguenza l’abbandono dei centri urbani, nei quali si trovano gli alloggi più costosi, a favore delle aree periferiche e rurali.
Una possibilità data grazie allo sviluppo dello smart working, per cui non è più necessario abitare nella stessa città in cui ha sede il proprio luogo di lavoro.
In aumento il prezzo delle case nonostante la crisi economica
Un fenomeno che si è osservato ad esempio a Parigi, dove il 20% dei residenti si è trasferito nelle proprie residenze in campagna durante il primo lockdown, potendo continuare la propria attività da remoto.
Uno svuotamento del genere potrebbe quindi causare gravi problemi all’economia della capitale francese e a quella degli immobili.
In Germania, invece, grazie ai mutui concessi con tassi di interesse di appena lo 0,6% e la possibilità di accedere al 100% del prestito per l’acquisto di una casa, si è raggiunto il 30% di aumento per gli appartamenti delle grandi città.
I fattori di rischio per il prezzo delle case
Un andamento che potrebbe presto interrompersi, dato che diverse banche europee stanno iniziando a bloccare la concessione dei mutui ipotecari a causa della percezione del rischio legata alle prospettive dell’economia globale e, di conseguenza, alla capacità delle persone di restituire i prestiti.
Questo causerebbe una mancanza di effetti sui cittadini delle politiche espansive attuate dalla BCE, portando a un circolo vizioso anche peggiore di quanto osservato nel 2012.
Se si verificasse tale scenario, si potrebbe quindi innescare un improvviso freno dei mutui a basso costo. Questo bloccherebbe l’accesso a gran parte della popolazione, andando quindi a incidere sui prezzi delle case e facendoli precipitare verso il basso.
Una prospettiva che porterebbe un’ulteriore criticità nella crisi prodotta dal coronavirus e che vedrebbe l’Eurozona come l’area più a rischio.
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