Il 2018 si chiude con buona parte degli indici obbligazionari in territorio negativo. Cosa aspettarsi sul fronte obbligazionario per il 2019? Ecco tre possibili scenari delineati da Jacopo Ceccatelli, AD di Marzotto Investment House
Si chiude un anno non facile per gli investitori obbligazionari, specialmente per quelli italiani e se ne apre un altro con prospettive che non consentono di abbassare la guardia.
Nel 2018, tra i principali segmenti dell’obbligazionario euro a parte i titoli con rating molto elevato (doppia A e tripla A), tutto il resto ha dato ritorni negativi agli investitori.
“Le prospettive dei mercati per il 2019 all’insegna dell’incertezza di certo non sono di aiuto e potrebbero influenzare ulteriormente in modo negativo gli emittenti con rating da intermedio a inferiore”, sostiene Jacopo Ceccatelli, Amministratore Delegato di Marzotto Investment House.
I fattori che potrebbero influenzare il mercato obbligazionario
La fine del QE: entrati nell’era del post QE c’è da attendersi maggiore volatilità, questo scenario costringerà il mercato obbligazionario a cercare nuovi equilibri.
«Fino a pochi mesi fa qualsiasi correzione era considerata un’opportunità di acquisto, ma ora la mancanza di un compratore affidabile e inesauribile come lo è stata la BCE in questi anni, rappresenta un elemento di preoccupazione per gli investitori obbligazionari», chiosa l’AD di Marzotto Investment House.
È evidente che il 2019 si apre con dinamiche diverse rispetto al recente passato, legate soprattutto alla fine dello stimolo monetario e alla prospettiva, seppur ancora lontana, di un rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE.
Tuttavia, la fine del QE non comporterà necessariamente tassi di interesse e rendimenti più elevati, molto infatti dipenderà dall’evoluzione degli scenari economici che si concretizzeranno nei prossimi mesi.
A tal proposito si pensi all’andamento dei Treasuries statunitensi successivamente alla fine del terzo ed ultimo QE da parte della FED nell’ottobre 2014: il rialzo dei rendimenti si ebbe più di un anno prima in scia alle aspettative della fine del QE, mentre si dimostrano calanti nei 24 mesi successivi, sia dopo l’annuncio nel dicembre 2013 sia dopo la data ufficiale di conclusione dello stimolo monetario da parte della Fed nell’ottobre 2014.
«Discorso diverso per le obbligazioni corporate, in particolare quelle con rating intermedio: da tripla B a singola A. Questo segmento del mercato infatti ha beneficiato degli acquisti della BCE in misura molto massiccia, tanto da generare negli investitori un atteggiamento quasi acritico rispetto all’effettivo merito di credito degli emittenti», sostiene Ceccatelli.
L’uscita di scena della BCE, oltre a ricalibrare verso l’alto lo spread medio richiesto dagli investitori e dunque il rendimento, potrebbe riproporre rispetto al recente passato un atteggiamento più selettivo.
Scenario economico e dinamiche inflattive: Il 2019 si apre con previsioni meno ottimistiche sul ciclo economico ed aumentano alimentate inoltre dalle politiche del governo Trump legate soprattutto alle imposizioni di dazi e più recentemente ai tentativi di interferenza con la Federal Reserve, spiega l’AD.
Inoltre, il percorso di rialzo sia eccessivamente aggressivo e possa portare ad un rallentamento della crescita economica statunitense. Più in generale, in molti si interrogano sulla possibilità che l’economia USA continui ad espandersi a ritmi elevati.
In Europa il focus sarà sulla questione Brexit e sulle elezioni europee di maggio, che questa volta potrebbero essere più importanti e influenti rispetto al passato. «Nel caso, purtroppo tutt’altro che teorico, di “no deal” o di “hard Brexit” l’impatto sulla crescita economica del Vecchio Continente potrebbe essere tutt’altro che marginale», spiega Ceccatelli.
Nel resto del mondo due sembrano essere gli elementi di maggiore criticità: il primo è il prezzo del petrolio in forte calo rispetto pochi mesi fa, fatto positivo per la crescita, ma potrebbe anche essere il sintomo di una riduzione della domanda. La seconda criticità è quella legata all’economia cinese, la cui crescita e minacciata dalle politiche protezionistiche statunitensi e dal tentativo di riduzione del debito che in pochi anni è passato dal 150% al 300%.
I possibili scenari
A fronte della situazione macroeconomica e dai possibili effetti della fine del QE da parte della BCE, l’esperto di Marzotto Investment House delinea quelle che sono le prospettive su i segmenti più rilevanti per gli investitori obbligazionari basati in euro, rispetto i tre scenari più plausibili per il 2019 indicando le obbligazioni più interessanti per ognuno di questi:
- Scenario “base”: Nonostante i molti elementi di potenziale preoccupazione, non si concretizzano situazioni di gravità tali da compromettere crescita economica e/o la stabilità dei mercati finanziari. La crescita economica si mantiene più o meno sui valori previsti dal FMI (+3,7% a livello mondiale - +2,0% a livello europeo);
Probabilità assegnata da Marzotto: 60% - (rispetto a un 55% assegnato attualmente dal mercato)
Titoli privilegiati in questo scenario: Titoli di stato Europa “periferica”: Italia, Spagna, Portogallo e Grecia.
- Scenario “positivo”: Tutti (o gran parte) degli elementi di potenziale preoccupazione trovano soluzioni positive o di minimo impatto per economia e mercati. La crescita economica supera le attese creando i presupposti per un aumento delle aspettative di inflazione e un rialzo dei tassi.
Probabilità assegnata da Marzotto: 25% - (rispetto a un 20% assegnato attualmente dal mercato)
Titoli privilegiati in questo scenario: titoli di emittenti corporate, sopratutto finanziari italiani.
- Scenario “negativo”: Uno o più degli aspetti “critici” di inizio anno (o altri di nuovi) creano situazioni di forte stress che compromette la crescita economica e/o scatena una fase di “risk-off” sui mercati finanziari. La crescita economica rallenta vistosamente e alcuni paesi si avvicinano o entrano in una fase di recessione.
Probabilità assegnata da Marzotto: 15% - (rispetto a un 25% assegnato attualmente dal mercato)
Titoli privilegiati in questo scenario: titoli di stato di Germania, Austria, Olanda e Finlandia.
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