Strumento di investimento obbligazionario per diversificare le fonti di finanziamento finanziamento delle Pmi e per favorire l’accesso alla liquidità. Tutti i dettagli su cosa sono e come funzionano.
I minibond sono uno strumento strategico per diversificare le fonti di finanziamento delle aziende non quotate in Borsa e permettono di reperire fondi dagli investitori in cambio di titoli di credito.
Cosa sono i minibond
I minibond sono delle vere e proprie obbligazioni, studiati soprattutto per tutte le Pmi a caccia di liquidità. Sono infatti utilizzati per finanziare il capitale circolante (breve termine) o per supportare piani di investimento o di internazionalizzazione (medio-lungo termine).
Permettono dunque alle società non quotate in Borsa di aprirsi al mercato dei capitali, riducendo la dipendenza dal credito bancario. Ovviamente, essendo delle obbligazioni vere e proprie, i minibond hanno un tasso d’interesse, riconosciuto sotto forma di cedola periodica, e una data di scadenza.
Gli elementi che caratterizzano i minibond sono:
- ammontare o valore dell’emissione;
- durata dell’emissione compresa in media tra tre e sette anni;
- tasso di interesse corrisposto tramite cedola;
- modalità di rimborso;
- rendimento, composto dall’interesse più il guadagno in conto capitale o “capital gain”;
- covenant, specifiche clausole contrattuali a tutela degli investitori.
Come funzionano i minibond
I minibond funzionano come le normali obbligazioni e possono essere:
- amortising: con graduale restituzione del capitale a scadenze predefinite;
- bullet: con rimborso integrale alla scadenza dello strumento.
Chi può emettere e sottoscrivere i minibond
I minibond sono stati introdotti con l’entrata in vigore del dl 83/2012 (“decreto Sviluppo”) e delle successive integrazioni e modifiche apportate dal dl 179/2012 (“decreto Sviluppo Bis”), dal dl 145/2013 (piano “Destinazione Italia”) e dal dl 91/2014 (“decreto Competitività”).
In base al dl Destinazione, i minibond devono essere emessi da società italiane non quotate che non siano né banche, né microimprese. I requisiti che una Pmi deve possedere per emettere queste obbligazioni sono stabiliti da Borsa Italiana:
- avere l’ultimo bilancio certificato da un revisore esterno;
- avere un fatturato di oltre 2 milioni di euro;
- avere un organico di almeno 10 dipendenti.
In base a ciò, va quindi aggiunto che il minibond deve essere considerato un’opportunità di finanziamento sul mercato dei capitali e non uno strumento di supporto per le aziende in crisi.
La sottoscrizione dei minibond è invece è generalmente riservata a investitori istituzionali professionali e altri soggetti qualificati:
- banche;
- imprese di investimento;
- Sgr;
- società di gestione armonizzate;
- Sicav;
- intermediari finanziari iscritti nell’elenco previsto dall’articolo 107 del Tu bancario;
- banche autorizzate all’esercizio dei servizi di investimento anche aventi sede legale in uno Stato extracomunitario;
- investitori retail tramite piattaforme di crowdfunding.
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Come funziona l’emissione di minibond
Analizziamo ora le fasi del processo di emissione:
- fase preliminare di studio, analisi e verifica: le Pmi che vogliono emettere questi titoli devono predisporre un piano economico finanziario;
- fase di strutturazione del prestito e redazione dell’information memorandum, sulla base del piano economico finanziario e contenente le informazioni sull’azienda, sul suo posizionamento di mercato, sulle caratteristiche del management, sul piano di rimborso e di remunerazione offerti agli investitori;
- fase di ricerca degli investitori e di uno sponsor per il collocamento dell’emissione dei minibond;
- fase di quotazione dei minibond.
Dove sono quotati i minibond
I minibond possono essere quotati sui mercati. Borsa Italiana ha creato un segmento ad hoc del mercato obbligazionario destinato ai minibond (ExtraMOT Pro) a cui si affianca il mercato (ExtraMOT Pro3) destinato a emissioni che non superano i 50 milioni di euro.
I costi di emissione dei minibond
I costi per le Pmi che emettono i minibond sono molto bassi visto che non sono previste commissioni e l’accensione di garanzie accessorie è meno onerosa.
Quindi generalmente il costo si aggira tra l’1% e il 2,5% per l’emissione complessiva e l’eventuale quotazione del minibond. Di conseguenza il costo annuale indicativo è compreso in un range che va da 5 mila a 15 mila euro.
Ecco nel dettaglio quali sono le varie componenti di costo:
- tasso di interesse (trimestrale/semestrale/annuale);
- costi legali;
- richiesta del codice Isin;
- business plan: esso viene predisposto dall’emittente con l’aiuto di un Advisor;
- rating;
- gestione del sito internet e in generale dell’informativa richiesta;
- report informativo periodico;
- Fee di collocamento;
- corrispettivi per quotazione.
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