Misure Cura Italia: pagamenti a breve. Ad annunciarlo l’INPS che ha lavorato anche durante il weekend pasquale e la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. Vediamo cosa c’è di vero specie per quanto concerne la cassa integrazione.
Misure Cura Italia: pagamenti a breve secondo la ministra del Lavoro Nunzia Catalfo. In un post sulla sua pagina ufficiale Facebook la ministra pentastellata ha annunciato, come anche prima INPS, pagamenti liquidati o che saranno liquidati entro la settimana; parliamo del bonus 600 euro, congedi e bonus baby sitter.
Ma cosa c’è di vero? Molti attendono anche il pagamento della cassa integrazione, moltissimi di quella in deroga, la ministra ha annunciato che anche questi avverranno a breve parlando anche dell’eccezionalità dello strumento dell’anticipo delle banche a seguito dell’accordo tra Abi e sindacati.
Vediamo cosa ha detto Catalfo sulle misure del Cura Italia che stanno per essere pagate e cosa c’è di vero.
Misure Cura Italia: pagamenti a breve secondo Catalfo
Per le misure del decreto Cura Italia i pagamenti arriveranno a breve secondo la ministra del Lavoro e delle Politiche sociali Nunzia Catalfo. La ministra ha annunciato che INPS ha già proceduto, grazie a una task force attiva anche nel weekend pasquale, con il pagamento dei bonus di 600 euro insieme ad altri pagamenti che avverranno entro venerdì 17 aprile. Catalfo ha scritto:
“Avevamo preso un impegno con i lavoratori dei settori più colpiti dall’emergenza Coronavirus: quello di pagare loro gli indennizzi previsti dal decreto Cura Italia entro la metà di aprile. Ebbene, grazie al lavoro che anche nel weekend appena trascorso ha portato avanti senza sosta, l’INPS ha disposto per oltre un milione di partite Iva, lavoratori autonomi, stagionali il pagamento del bonus 600 euro con valuta dal 15 al 17 aprile. Per tutti gli altri, i sussidi arriveranno comunque prima della fine della settimana.”
Dunque entro la settimana saranno moltissimi i lavoratori che riceveranno l’indennizzo. La ministra nel suo lungo post ha aggiunto anche delle considerazioni sulla cassa integrazione che viene pagata, grazie al decreto Cura Italia anche alle microimprese. Catalfo ha scritto:
“Non solo. Infatti anche per quanto riguarda la cassa integrazione in deroga, mentre sta ancora ricevendo dalle singole Regioni le domande (11 al momento quelle che le hanno inviate), l’Istituto di previdenza ha già predisposto i primi versamenti sui conti correnti dei beneficiari. Risultati concreti che si sommano alla piena operatività della convenzione fra Associazione bancaria italiana (Abi) e parti sociali, sottoscritta due settimane fa alla mia presenza e su mio invito, grazie alla quale i lavoratori sospesi dal servizio a causa del Covid-19 possono chiedere un anticipo della cassa integrazione alle banche: ad oggi, come ha fatto sapere la stessa Abi, il 94% di loro ha aderito all’accordo. Una risposta molto importante che testimonia lo spirito di grande collaborazione che si è sviluppato tra i principali player del Paese per fronteggiare la situazione. Sappiamo che siamo chiamati a fare ancora di più e meglio. Non intendiamo tirarci indietro.”
È proprio su queste affermazioni, specie sulla cassa integrazione in deroga e l’anticipo delle banche, che potremmo avere qualche perplessità. Cosa c’è di vero?
Pagamenti misure Cura Italia: cosa c’è di vero?
Sui pagamenti delle misure del Cura Italia specie sulla cassa integrazione come annunciato da Catalfo e ancor prima dal premier Conte cosa c’è di vero? Sicuramente INPS ha proceduto a pagare i bonus di 600 euro e le domande di cassa integrazione sono state inoltrate. Per alcuni i pagamenti potrebbero andare per le lunghe, ma andiamo per ordine.
A oggi le domande di cassa integrazione ordinaria pare siano arrivate da 300mila aziende per un totale di 4,5 milioni di lavoratori. Di queste sembra che circa la metà degli importi è stata anticipata dalle aziende mentre l’altra metà dovrebbe arrivare entro fine aprile.
Il problema maggiore sembra riguardare la cassa integrazione in deroga: bisognerebbe dire che sono solo 11 le Regioni che hanno inviato le domande di cassa integrazione in deroga. L’obiettivo del processo era quello di semplificare i pagamenti che come lamentano i Consulenti del Lavoro non arriveranno prima di maggio.
Le Regioni hanno stipulato accordi quadro con le parti sociali, i datori di lavoro anche delle microimprese inviano la domanda e la Regione entro 48 ore si impegna a inviarla all’INPS.
Abbiamo visto l’esempio della Regione Lazio e di quanto per ottemperare alle numerose richieste ci sia voluto del tempo. Inoltre alcune Regioni solo da qualche giorno hanno dato la possibilità di inviare le domande di cassa integrazione.
Siamo a quasi un mese dall’entrata in vigore del decreto Cura Italia e uno strumento tale di emergenza, almeno secondo quanto dicono i Consulenti del Lavoro, non sembra così risolutivo.
Veniamo a un altro punto cruciale quale l’accordo con le banche: anche in merito a questo i Consulenti del Lavoro hanno riscontrato delle complessità e secondo un sondaggio realizzato la scorsa settimana pare ci sia lentezza nell’applicare lo stesso.
Non solo i Consulenti lamentano la necessità di dover anche presentare, per l’anticipo presso alcune banche, il modello SR41 che va prima convalidato da INPS. La beffa di questa storia, come abbiamo già sottolineato, è che l’INPS dal canto suo ha eliminato l’autocertificazione del modello da parte del lavoratore con il controllo d’ufficio dei dati.
I tentativi di semplificazione delle procedure sembrano andare un po’ a rilento e gli stessi Consulenti del Lavoro lo confermano ritenendo che complice di questa situazione sia stato il voler affidare tutto a INPS. Questo si è tradotto in un rallentamento burocratico.
Gli stessi esperti avrebbero ritenuto più consono un unico strumento di integrazione salariale COVID-19 per tutti senza distinzioni. Per il pagamento della cassa integrazione INPS ci impiega spesso due o tre mesi, in questo caso si spera in 30 giorni dalla ricezione della domanda.
In ogni caso per il ritardo imputabile anche ad alcune Regioni molti lavoratori davvero potrebbero vedere i primi soldi a maggio che in una situazione di emergenza è ancora troppo tempo. Intanto Catalfo annuncia le misure di aprile.
Catalfo annuncia le misure di aprile
Concludiamo, sperando che davvero tutti possano avere le prime indennità nel mese corrente, con quanto annunciato nel medesimo post su Facebook da Catalfo che ha accennato alle prossime misure di aprile. La ministra ha scritto:
“Stiamo lavorando al prossimo decreto che in termini di risorse sarà più consistente rispetto a quello di marzo, in modo tale da poter aumentare l’importo dell’indennità per autonomi e professionisti fino a 800 euro e introdurre un Reddito di emergenza per le fasce più deboli della popolazione. Obiettivi che porteremo a termine perché in questa crisi, l’ho detto e lo ribadisco, nessun lavoratore e nessun cittadino deve rimanere indietro.”
Sul decreto di aprile al momento ci sono solo dichiarazioni e per avere certezze bisognerà attendere il testo. Il REM dovrebbe riguardare anche irregolari e si prevedono anche ulteriori misure per le famiglie con figli minori.
© RIPRODUZIONE RISERVATA