Continua lo scontro tra Conte e Grillo per il Movimento 5 Stelle: l’ex premier può contare sui sondaggi favorevoli, mentre per il Garante è quasi impossibile essere cacciato grazie allo statuto.
Lo scontro tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo per la leadership del Movimento 5 Stelle continua ad agitare il panorama politico italiano, mentre emergono nuovi elementi di discussione tra cui tutti i sondaggi che mostrano come la base pentastellata sia a favore dell’avvocato.
Una sfida che vede continuare incessantemente il botta e risposta a distanza tra (l’ex) leader in pectore e il fondatore, che si scambiano accuse reciproche su quello che ormai sembra essere un accordo definitivamente saltato. Nessuno dei due però vuole apparire come sconfitto.
Entrambi hanno ottime armi nelle proprie mani. Conte può contare sull’apprezzamento degli italiani (come mostrato dagli ultimi sondaggi a livello nazionale), ma soprattutto sullo schiacciante consenso da parte degli elettori del Movimento. Grillo, invece, ha dalla sua le regole dello statuto, grazie alle quali sembra quasi impossibile che possa venire cacciato dal ruolo di Garante.
La questione centrale a questo punto è di conseguenza se l’ex Presidente del Consiglio riuscirà a far valere i voti su cui può contare per prendersi il Movimento 5 Stelle e sfiduciare l’Elevato, oppure se la scissione resta l’ipotesi più verosimile.
Movimento 5 Stelle, sondaggi e parlamentari a favore di Conte
Come viene riportato dall’ultimo Atlante politico dell’istituto Demos pubblicato lo scorso 15 maggio, Conte ha un apprezzamento del 68% degli italiani, una percentuale che lo pone secondo solamente a Mario Draghi per popolarità. Al contrario, Grillo si piazza nella posizione più bassa della classifica, con appena il 12% di consenso.
Per una rilevazione di SWG del 22 giugno tra gli elettori pentastellati, il 65% degli intervistati sosteneva che la leadership dell’ex inquilino di Palazzo Chigi avrebbe portato a “un forte rilancio” dell’M5S, con un ampio sostegno alla linea “governista”, pari all’82%, rispetto a quella di opposizione promossa da Di Battista e Casaleggio Jr, ferma invece al 15%.
Anche i parlamentari, infine, sembrano essere pronti a sostenere Conte nella sfida contro Grillo, con una larga maggioranza di senatori e deputati, secondo quanto raccolto da diversi retroscena, che si è schierata a supporto di quello che pensavano fosse in procinto di diventare il loro leader.
Perché è impossibile cacciare Grillo dal Movimento
Dopo aver osservato questi numeri così schiaccianti, si potrebbe pensare che Giuseppe Conte possa riuscire a conquistare il ruolo di capo-politico a furor di popolo. Tuttavia, grazie al regolamento interno, Beppe Grillo può contare su una serie di norme a suo favore in grado di metterlo al riparo dalla maggior parte dei tentativi di rovesciamento.
Infatti, come previsto dall’articolo 8 dello statuto, il Garante, che ha un incarico a tempo indeterminato, può effettivamente essere sfiduciato. Ma, per essere valida la votazione online, è necessario il quorum della maggioranza assoluta degli aventi diritto al voto, ovvero la metà più uno dei 119 mila e 671 iscritti che possono esprimere la loro preferenza.
Con l’annuncio di Grillo di voler tornare alla piattaforma Rousseau, dopo la battaglia intrapresa dal suo nuovo “avversario” nei mesi scorsi nei confronti di Davide Casaleggio, si teme quindi che raggiungere un risultato del genere diventi quasi proibitivo.
In sintesi per i 5 Stelle sarebbe estremamente complicato liberarsi del proprio fondatore e, a questo punto, l’ipotesi scissione potrebbe essere quella più concreta per Giuseppe Conte e i suoi sostenitori.
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