Mutuo: tasso fisso o variabile dopo gli aumenti? Ecco come scegliere la soluzione più conveniente

Claudia Cervi

23 Aprile 2023 - 07:54

Ecco come scegliere la soluzione più conveniente tra tasso fisso e variabile in vista dagli aumenti previsti dalla Bce nei prossimi mesi.

Mutuo: tasso fisso o variabile dopo gli aumenti? Ecco come scegliere la soluzione più conveniente

Scegliere tra un mutuo a tasso fisso o variabile può essere una scelta difficile, soprattutto in un periodo di mercato incerto come quello attuale. Secondo i dati riportati da MutuiOnline.it, a marzo 2023 i tassi variabili medi a 20 e 30 anni sono stati più alti rispetto a quelli fissi, con una differenza minima ma significativa.

Secondo l’Osservatorio MutuiOnline.it, l’attuale situazione dei tassi di interesse nel mercato dei mutui è «più unica che rara». Infatti, negli ultimi dieci anni, l’unico altro mese in cui i tassi medi variabili avevano superato quelli fissi era stato settembre 2019, con il fisso all’1,14% e il variabile all’1,23%.

L’aumento dei tassi di interesse di 50 punti base da parte della Banca Centrale Europea a marzo ha avuto un impatto significativo sui tassi dei mutui a tasso variabile, mentre quelli a tasso fisso, specialmente per i mutui a 30 anni, sono ancora basati su un vantaggioso tasso IRS del 2,54%. Questo tasso consente di mantenere la rata molto bassa rispetto a un mutuo variabile indicizzato all’Euribor a 3 mesi, che presenta invece un tasso del 3,01%. In particolare, l’IRS è particolarmente conveniente per una durata così lunga, perché garantisce ai mutuatari una maggiore stabilità nel pagamento delle rate del mutuo, senza subire variazioni inaspettate dovute all’andamento dei tassi di interesse.

In vista dei prossimi rialzi dei tassi Bce, come scegliere la soluzione più conveniente?

Tassi Bce e conseguenze dei prossimi rialzi

Gli economisti prevedono che la Banca Centrale Europea possa alzarare i tassi due volte entro giugno di 25 punti base: da un lato le misure di politica monetaria adottate fino ad ora e al calo dei costi dell’energia stanno portando gli effetti sperati sul calo dell’inflazione nell’Eurozona, che a marzo si è attestata sui minimi da 12 mesi al +6,9%. Dall’altro le turbolenze sui mercati finanziari e la crisi del settore bancario indotta dal fallimento di Silicon Valley Bank e proseguita con la crisi di Credit Suisse hanno portato alcuni economisti a suggerire che la Bce dovrebbe essere cauta nell’aumentare i tassi di interesse in modo significativo.

La Bce sta monitorando attentamente la situazione dell’inflazione e dei mercati finanziari e potrebbe decidere di aumentare i tassi di interesse solo in modo graduale e limitato nei prossimi mesi, se necessario. La priorità della banca rimane quella di sostenere la ripresa economica nella zona euro, pur perseguento l’obiettivo di inflazione del 2%.

Impatto dei tassi Bce sulle rate dei mutui

Secondo l’ultimo rapporto mensile pubblicato da Abi, a marzo 2023 il tasso medio sui nuovi mutui casa è stato del 4,00%, in aumento rispetto al 3,76% del mese precedente ma ancora inferiore al 5,72% registrato a fine 2007. Generalmente i mutui a tasso variabile hanno rate più convenienti, almeno durante il periodo iniziale, rispetto ai mutui a tasso fisso. Questi ultimi comportano invece costi più alti per garantire maggiore sicurezza contro le fluttuazioni dei tassi di interesse.

MutuiOnline.it ha analizzato l’impatto dell’ultimo rialzo dei tassi di interesse Bce - diventati effettivi dal 22 marzo - sulle rate dei mutui a tasso variabile, rilevando un aumento medio del 28% circa della rata rispetto a quella pagata nello stesso periodo del 2022.

Vediamo due esempi relativi a un mutuo a tasso variabile con scadenza a 20 e 30 anni.
Considerando un mutuo a tasso variabile per un importo di 160.000 euro, con loan to value dell’80%, e 20 anni di durata, la migliore attualmente disponibile, indicizzata all’Euribor a 3 mesi, prevede una rata mensile di 895 euro, con un aumento del 28,4% rispetto ad aprile 2022, quando un prodotto simile aveva una rata di 697 euro.

Se la Bce dovesse effettuare altri due aumenti dei tassi di 25 punti base nelle prossime riunioni di maggio e giugno, la rata mensile del mutuo a tasso variabile potrebbe raggiungere i 936 euro nel terzo trimestre del 2023. Questo comporterebbe un aumento del 34,3% rispetto ad aprile 2022 e un aumento di 41 euro al mese rispetto alla rata attuale.

Nel caso di un mutuo da 160.000 euro a 30 anni, la migliore rata disponibile è di 701 euro: un valore che è raddoppiato rispetto alla rata pagata per un mutuo analogo ad aprile 2022.
Se si verificassero i due rialzi previsti dalla Bce da qui a giugno, la rata potrebbe aumentare ancora fino a 746 euro, con un aumento del 57% rispetto a un anno fa. Al contrario, il tasso fisso offre un’alternativa più stabile e lineare, con una rata attuale di 674 euro.

Importo mutuo Loan to value Scadenza mutuo Rata aprile 2022 Rata aprile 2023 Rata luglio 2023
€160mila 80% 20 anni €697 €895 €936
€160mila 80% 30 anni €475 €701 €746

Tasso fisso o variabile: quale conviene dopo gli aumenti?

MutuiOnline.it ha proseguito l’analisi facendo un confronto tra le rate dei mutui a tasso fisso e variabile, tenendo conto di possibili proiezioni per il tasso fisso, che rimane sostanzialmente stabile da ottobre 2022.

Tuttavia, se il tasso fisso dovesse subire gli stessi aumenti registrati nel primo trimestre del 2023 (20 bps a 20 anni e 15 bps sui fissi a 30 anni), a partire da luglio, il tasso variabile da 20 anni potrebbe costare il 4% in più di un fisso, con una rata mensile di 936 euro rispetto ai 903 euro del fisso. Nel caso del tasso variabile a 30 anni, la differenza potrebbe salire al 9%, con una rata mensile di 746 euro rispetto ai 687 euro del tasso fisso.

Importo mutuo Loan to value Scadenza mutuo Rata variabile luglio 2023 Rata fisso luglio 2023
€ 160mila 80% 20 anni € 936 € 903
€ 160mila 80% 30 anni € 746 € 687

Secondo Alessio Santarelli, Direttore Generale della divisione broking di MutuiOnline e ad di MutuiOnline Spa, una scelta oculata per chi intende stipulare un mutuo nei prossimi mesi è sicuramente il tasso fisso, che al momento presenta condizioni ancora accettabili rispetto alla serie storica. Tuttavia, Santarelli sottolinea che in caso di ulteriori cali dell’inflazione e di una possibile inversione della politica sui tassi da parte della Bce, si potrà sempre optare per la surroga, ovvero il trasferimento gratuito del proprio contratto di mutuo.

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