Lo sbarco in Borsa della società potrebbe avvenire prima delle elezioni europee. A confermarlo anche l’ad di Borsa Italiana, Jerusalmi.
Preme sull’acceleratore Nexi per sbarcare in Borsa. Il processo per la quotazione del gruppo leader nei pagamenti digitali in Italia procede a pieno ritmo. L’obiettivo è arrivare a Piazza Affari in aprile, possibilmente prima delle elezioni europee.
La conferma dell’avvio del procedimento arriva anche dall’amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, che ha accolto con entusiasmo l’operazione: l’Ipo potrebbe essere tra le tre più importanti di tutta Europa nel 2019.
Nexi si prepara all’Ipo
L’iter è dunque avviato e Nexi riscalda i motori per avviare la quotazione in Borsa. Proprio ieri il consiglio di amministrazione e l’assemblea della società italiana, che offre servizi e infrastrutture per il pagamento digitale per banche, aziende, istituzioni e pubblica amministrazione, hanno approvato la documentazione necessaria per portare a termine l’Ipo.
Nelle ultime settimane, si susseguono indiscrezioni e stime sulla società che potrebbe essere valutata intorno ai 7 miliardi di euro, con un enterprise value di circa 15 volte l’Ebitda, in linea con i multipli espressi dal settore dei sistemi di pagamento digitali.
I global coordinator dell’operazione sono Banca Imi, Bofa-Merrill Lynch, Credit Suisse, Goldman Sachs e Mediobanca. Nelle prossime ore è attesa la richiesta formale a Consob.
La conferma di Jerusalmi
Nexi è intenzionata a sbarcare a Piazza Affari per metà aprile. E a confermare che la società stia lavorando alacremente per concludere l’operazione arrivano anche le dichiarazione dell’ad di Borsa Italiana.
“Questa è l’aspettativa, anche perché l’orientamento degli investitori e della società è di non aspettare le elezioni europee per evitare di andare in una situazione di maggiore confusione”
ha spiegato a margine di un evento Jerusalmi, che guarda con attenzione e ottimismo all’Ipo di nexi.
“E’ una bellissima operazione, anche perché potrebbe essere una delle tre più grandi in Europa quest’anno; e soprattutto perché dovrebbe dare, speriamo, un segnale di grande fiducia per tutti gli investitori che vogliono venire in Italia”
ha commentato ancora l’amministratore delegato di Borsa Italiana.
La fusione con Sia
In contemporanea, Nexi - nata dall’Istituto Centrale delle Banche Popolari e da Cartasì e posseduta da un consorzio di private equity (Bain Capital, Advent e Clessidrasta) - starebbe valutando anche un’altra importante operazione.
Allo studio della società infatti ci sarebbe l’ipotesi di una fusione con Sia, leader europeo nella progettazione, realizzazione e gestione di infrastrutture e servizi tecnologici dedicati alle istituzioni finanziarie, banche centrali, imprese e pubbliche amministrazioni, nelle aree dei pagamenti, della monetica, dei servizi di rete e dei mercati dei capitali. La valutazione della società partner è valutata intorno ai 3 miliardi.
L’incarico di studiare un piano di matrimonio tra le due realtà sarebbe già stato affidato a Merrill Lynch. Bisognerà dunque capire, visti anche i tempi, se l’eventuale fusione avverrà prima o dopo l’Ipo di Nexi. Dal merger infatti potrebbe nascere una società con una valutazione superiore ai 10 miliardi di euro, capace di competere con gli operatori europei nel settore dei pagamenti digitali.
© RIPRODUZIONE RISERVATA