Lo stop al petrolio russo, con possibile embargo anche dall’Ue, non lascerà il mondo a corto di greggio: questo è l’ultimo aggiornamento dell’Agenzia Internazionale dell’Energia.
Il mondo non resterà senza petrolio a sufficienza, anche con una minore produzione dalla Russia colpita dalle sanzioni: questa la nota dell’Agenzia internazionale per l’energia (Aie), in un’inversione di marcia dopo aver previsto una possibile shock dell’offerta a marzo.
Stando ai dati del report di aprile, dopo aver avvertito il 16 marzo che 3 milioni di barili al giorno (bpd) potevano essere chiusi da aprile, solo 1 milione di bpd era invece effettivamente rimasto “offline”.
Come si sta muovendo il mercato petrolifero e perché il disavanzo offerta/domanda non è allarmante per l’Aie.
Il mercato petrolifero secondo l’Aie: situazione e previsioni
Nonostante l’interruzione delle forniture petrolifere russe, le aspettative più basse sulla domanda, il costante aumento della produzione dai membri dell’Opec+ insieme agli Stati Uniti e altri Paesi non Opec+ e i massicci rilasci di riserve dai membri dell’Aie dovrebbero impedire lo sviluppo di un forte disavanzo: questa una sintesi dell’agenzia sulla situazione del mercato petrolifero.
Sono diversi i fattori da prendere in considerazione nelle valutazioni sul presente e prossimo futuro del mercato del greggio.
«Nel corso del tempo, i volumi in costante aumento dall’Opec+ del Medio Oriente e dagli Stati Uniti, insieme a un rallentamento della crescita della domanda, dovrebbero respingere un acuto deficit di offerta in mezzo a un peggioramento dell’interruzione della produzione russa», ha affermato l’Iea nel suo rapporto mensile sul petrolio.
La valutazione dell’agenzia con sede a Parigi suggerisce che l’impatto economico di ulteriori sanzioni sull’energia russa meditate dall’Unione Europea potrebbe essere limitato.
Inoltre, l’aumento dei prezzi alla pompa e il rallentamento della crescita economica frenano in modo significativo la ripresa della domanda nel resto dell’anno e nel 2023. Da considerare anche il fattore Cina, con il blocco Covid che minaccia un prolungato rallentamento economico del dragone.
In Russia il petrolio vale ancora molto
L’agenzia ha anche evidenziato che le esportazioni russe sono rimbalzate ad aprile di 620.000 barili al giorno rispetto al mese prima, a 8,1 milioni di barili al giorno, tornando alla loro media di gennaio-febbraio poiché la fornitura è stata dirottata dagli Stati Uniti e dall’Europa, principalmente verso l’India.
Mosca ha guadagnato circa 20 miliardi di dollari al mese nel 2022 dalle vendite combinate di greggio e prodotti.
Le spedizioni russe hanno continuato a fluire anche quando l’Unione Europea avanza nel divieto di importazione e le major petrolifere internazionali come Shell e TotalEnergies si impegnano a cessare gli acquisti. L’Asia è rimasta un cliente appassionato.
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