Nella settimana entrante si svolgerà la cabina di regia tra governo e Regioni per decidere sui prossimi provvedimenti: cosa può cambiare?
Il rischio che le regole per il green pass possano cambiare c’è e i no vax temono che possano cambiare anche quelle per l’accesso sui posti di lavoro. Perché se è vero, come da indiscrezioni, che il green pass si otterrà solo con vaccino o in caso di guarigione, allora il rischio è che non si potrà più lavorare neppure dopo tampone negativo.
Una nuova stretta sui green pass è in cantiere per il governo Draghi. Domani o martedì si svolgerà l’incontro in cabina di regia con le Regioni per quanto riguarda i provvedimenti da attuare per evitare un’ulteriore crescita dei contagi.
Sul tavolo diversi dossier: il c.d. super green pass, zone colorate e obbligo vaccinale.
Il timone sarà come sempre guidato da Mario Draghi, che dovrà decidere se far pagare i non vaccinati direttamente oppure optare per restrizioni generalizzate per evitare discriminazioni di ogni tipo.
La pressione da parte dei governatori delle Regioni italiane è forte, gli stessi governatori che chiedono restrizioni solo verso i non vaccinati. L’obiettivo rimane uno: evitare il cambio di zona, da bianca o gialla, o peggio ad arancione e rossa, e insieme salvare il Natale.
2G e 3G, la richiesta dei governatori: si potrà continuare a lavorare?
La proposta dei governatori delle regioni è quella di prevedere due tipi di green pass per evitare il peggio:
- il c.d. certificato 2G sul modello tedesco: le due G stanno per vaccinati (Geimptf) e guariti (Genesen), quindi chi fa il tampone non sarà compreso;
- il certificato 3G, che consente di ricorrere al tampone, ma non permette di avrebbe accesso alle attività culturali, sociali e ricreative.
Nella lista dei luoghi proibiti per chi non si è vaccinato sono inclusi ristoranti e bar, palestre e piscine, cinema e teatri, discoteche e stadi. Impossibile anche partecipare alle feste dopo le cerimonie.
Se l’introduzione del 2G si verificasse, le cose cambierebbero soltanto per chi ancora non ha deciso di vaccinarsi e/o è guarito completamente dal virus.
La domanda è: e per chi deve lavorare?
Rispondiamo subito dicendo che, sempre secondo indiscrezioni, non dovrebbero esserci comunque ripercussioni per chi ha bisogno del green pass per lavorare. Al massimo il rilascio della certificazione verrà vincolato al tampone molecolare - cancellando la possibilità di riceverlo in seguito a tampone rapido - ma comunque il principio del 2G non verrà applicato nel mondo del lavoro.
Di fatto, quindi, il tampone negativo dovrebbe essere sufficiente per lavorare.
Green pass sui mezzi pubblici
Una delle novità principali sarebbe la previsione dell’utilizzo del green pass per tutti i fruitori dei mezzi di trasporto pubblico.
Costoro erano rimasti fuori dalle norme vigenti dal 15 ottobre 2021 per quanto riguarda l’obbligo di esibizione del green pass: con la crescita dei contagi anche su questo settore verrà varato l’obbligo di mostrare la certificazione verde.
Inoltre, l’obbligo di esibire il green pass sarà richiesto anche al pensionato che dovrà recarsi all’Inps, al cliente dello studio notarile e agli impiegati della P.A. che lavorano a contatto con i cittadini.
La durata nel nuovo green pass
Per via della durata inferiore della protezione del vaccino rispetto a quanto previsto e dichiarato inizialmente, la durata del green pass verrà probabilmente ridotta dai 12 ai 9 mesi.
La copertura vaccinale ora è di 6 mesi circa. I paesi che hanno iniziato a somministrare prima il vaccino come Israele hanno di fatti configurato il green pass con una durata di 6 mesi: abbiamo un modello da seguire.
L’introduzione del green pass sul lavoro è stato promosso dall’Italia guidata dal governo Draghi, ora come ora siamo i pionieri di questa misura e pare che questa decisione abbia consentito all’Italia di guadagnare del tempo prezioso per affrontare l’emergenza sanitaria.
Obbligo vaccinale?
Nella cabina di regia verrà trattato anche il tema dell’obbligo vaccinale. La soluzione è estrema ma presente sui tavoli del governo.
Se i numeri dovessero peggiorare ancora di più il governo Draghi potrebbe decretare l’imposizione per tutti gli italiani, oppure fermarsi un passo prima decidendo di estendere l’obbligo, già previsto per i sanitari, a categorie come gli insegnanti e gli agenti di pubblica sicurezza e/o quelle categorie di lavoratori a stretto contatto con il pubblico.
Terza dose dopo 5 mesi
In base agli ultimi dati e alle evidenze scientifiche che ci consigliano che il vaccino ha una durata di copertura stimata di 6 mesi, la terza dose, dopo l’autorizzazione dell’Aifa, potrebbe partire dopo 5 mesi dall’inoculazione dell’ultima dose.
Le restrizioni solo per i non vaccinati
Un altro tema su cui si discuterà sarà la previsione di restrizioni solo per non vaccinati allo scatto delle zone colorate.
Per il governatore Fedriga e per il ministro Brunetta i divieti dovrebbero scattare solo con il giallo, l’arancio e il rosso, e queste restrizioni prenderanno in considerazione solo i non vaccinati. Ma comunque la scelta in ultima istanza sarà del governo.
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