Riforma fiscale: entro quando vanno aggiornati i software di elaborazione delle buste paga? I chiarimenti dell’Agenzia delle entrate sul limite massimo per rivedere gli stipendi.
Nel 2022 sono cambiate le regole per il calcolo dello stipendio netto grazie alle novità introdotte dalla riforma fiscale. Tuttavia, dal momento che la Legge di bilancio con la quale è stata finanziata la riforma fiscale è stata approvata solamente negli ultimi giorni dell’anno, per i datori di lavoro non è stato possibile aggiornare immediatamente i software di elaborazione delle buste paga, rinviando così l’applicazione delle nuove regole ai mesi successivi.
La domanda che i lavoratori si fanno è: entro quando il datore di lavoro deve aggiornare la busta paga? Dallo stipendio di quale mese sarà possibile toccare con mano gli effetti della riforma fiscale?
Alla seconda domanda non è possibile rispondere: tutto, infatti, dipende dal datore di lavoro e da quando questo riesce ad aggiornare il software per il calcolo degli stipendi. Possiamo però dare una risposta alla prima domanda, ossia su qual è il termine entro cui tutti gli stipendi dovranno essere aggiornati: a riguardo, infatti, è intervenuta l’Agenzia delle entrate con la circolare n. 4/E del 18 febbraio 2022, con la quale è stato fissato il limite entro cui tutti gli stipendi dovranno tener conto delle nuove regole in materia di Irpef e detrazioni.
Nuove buste paga, entro quando vanno aggiornati gli stipendi: il limite posto dall’Agenzia delle entrate
I sostituti d’imposta hanno ancora un mese di tempo, o poco più, per aggiornare i software di elaborazione delle buste paga. Il limite fissato dalla suddetta circolare dell’Agenzia delle entrate, infatti, è aprile 2022, termine entro il quale tutte le buste paga devono tener conto delle novità fissate dalla riforma fiscale. Una possibilità concessa per andare incontro alle esigenze dei datori di lavoro, dando loro più tempo per comprendere le novità lato Irpef e detrazioni e poterle così applicare in busta paga.
Sempre l’Agenzia delle entrate fa chiarezza su cosa fare per gli stipendi delle prime mensilità dell’anno, quelli calcolati - per intenderci - ancora con le vecchie regole. D’altronde, la riforma fiscale - che introduce un nuovo metodo di calcolo delle detrazioni, come pure modifiche a scaglioni e aliquote Irpef - decorre comunque dal 1° gennaio 2022, dunque ai lavoratori andranno pagati gli arretrati per le mensilità in cui gli stipendi non sono stati ancora aggiornati.
Con l’aggiornamento delle buste paga, dunque, bisognerà effettuare - entro lo stipendio di aprile - un conguaglio per i primi mesi del 2022 (gennaio, febbraio e marzo nel caso di aggiornamento ad aprile).
Ricordiamo, comunque, che già dal mese di marzo 2022 i datori di lavoro dovranno tener conto delle novità previste dall’introduzione dell’assegno unico, con la cancellazione dalla busta paga degli assegni al nucleo familiare pagati al dipendente, come pure delle detrazioni per figli a carico con meno di 21 anni.
Nuove buste paga: per i dipendenti pubblici aggiornamento a marzo
Se per i lavoratori del settore privato tutto dipende dai datori di lavoro, con l’aggiornamento che in ogni caso non può andare oltre ad aprile 2022, per i dipendenti pubblici sta per arrivare il momento di scoprire il nuovo importo dello stipendio netto, visto che Noipa ha comunicato che l’aggiornamento scatterà già dallo stipendio di marzo.
Nel dettaglio, a partire dal prossimo cedolino verranno applicate le seguenti novità:
- nuova Irpef;
- modifiche per detrazioni da lavoro dipendente e trattamento integrativo;
- cancellazione degli ANF e delle detrazioni per figli a carico con meno di 21 anni.
L’unica novità non applicata, per il momento, è quella riguardante il bonus contributivo introdotto sempre dalla riforma fiscale, con il quale viene tagliata l’aliquota contributiva lato dipendente per i redditi che non superano i 35.000€ annui. Si tratta di una novità introdotta, per il momento, solamente per l’anno corrente, la quale garantirà un ulteriore aumento dello stipendio netto a parità di lordo.
Tuttavia, come spiegato da Noipa, affinché tale novità possa essere operativa è necessario ricevere alcuni chiarimenti da parte dell’Inps.
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