L’OMS frena possibili entusiasmi sulla scia delle campagne vaccinali anti-Covid e sottolinea: “Immunità di gregge improbabile fino alla fine del 2021”
La tanto agognata immunità di gregge? Improbabile la si raggiunga prima della fine del 2021. A evidenziarlo è l’Organizzazione Mondiale della Sanità, la cui Chief Scientist - la dottoressa indiana Soumya Swaminathan - invita il mondo a “restare vigile per i prossimi mesi”.
Non è saggio infatti - prosegue l’esperta - “lasciarsi andare all’autocompiacimento” in arrivo dall’avvio del vaccino, perché ci vorrà del tempo prima che la maggior parte della popolazione lo riceva:
“Sì, ci avviciniamo alla fine, ma questo è l’inizio della fine; possiamo vedere la luce in fondo al tunnel, ma non dimentichiamoci che c’è appunto ancora un tunnel da attraversare, e i prossimi mesi saranno cruciali”.
Confermando un principio già più volte evidenziato, si sottolinea quindi nuovamente la prospettiva che lascia ipotizzare come almeno 2 miliardi di persone non avranno il vaccino anti-Covid prima del 2022.
OMS: immunità improbabile fino a fine 2021
Mentre i contagi toccano una quota complessiva nel mondo di 78 milioni secondo la Johns Hopkins University, il vaccino Pfizer ha fatto il suo esordio e sta per farlo, a breve, anche il vaccino Moderna.
Un elemento da non sottovalutare in ottica futura - ammette Soumya Swaminathan - ma stiamo comunque per andare incontro a mesi molto duri.
Inizialmente infatti ad essere protetto sarà “un gruppo molto ristretto di persone più vulnerabili e maggiormente a rischio”, e “passeranno mesi prima che il resto della popolazione possa avere copertura.”:
“Bisognerà attendere almeno fino alla fine del 2021 per cominciare a osservare un certo livello di immunità della popolazione in alcuni Paesi. Per questo, è fondamentale mantenere alta la guardia e fare tutto ciò che possiamo per ridurre la trasmissione e le possibilità che le persone si ammalino”.
L’esperta ha inoltre commentato la temuta nuova variante del virus di recente emersa nel Regno Unito e già rilevata in Australia, Danimarca e Italia. Seppur riconoscendo le circostanze insolite che hanno portato a una simile mutazione, ha osservato come il nuovo ceppo “non sembra aumentare la gravità clinica o peggiorare le cose per chi si ammala”.
Anche per questo, “non c’è motivo di credere che i vaccini attuali non riescano a superare la nuova variante” al momento, considerando che l’ampia risposta immunitaria probabilmente “si mostrerà efficace”.
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