L’ok al vaccino da parte dei Repubblicani ha sicuramente stravolto le convinzioni politiche dei Democratici. Cosa succederà adesso che Biden ha mancato l’obiettivo del 70% degli americani vaccinati?
New York. I tassi di vaccinati contro il coronavirus sono onestamente simili tra gli americani che hanno votato per Trump e quelli che hanno sostenuto Biden. Lo ha detto un sondaggio curato da Hill-HarrisX in maggio, che dovrebbe aiutare a fare un po’ di chiarezza, con i numeri, sull’uso politico del COVID da parte dei Democratici. Stanno forse tradendo il timore, o il terrore, di vedersi svanire una carta propagandistica che speravano durasse fino alle elezioni di medio termine? Per la precisione, il 53% dei votanti per Trump nel novembre scorso ha detto di essere pienamente vaccinato, contro il 52% dei pro Biden che ha detto lo stesso.
Questi numeri possono stupire solo chi, dopo la vittoria di Biden, ha continuato a crogiolarsi, tra i Democratici, su una lettura viziata della realtà, che i media mainstream speravano fosse eterna. Che è la seguente. Trump ha perso per come ha gestito la pandemia, ed è il responsabile dei milioni di morti per averla sottovalutata e non aver fatto nulla per evitarla o almeno ridurre al minimo i danni. Trump, invece, non solo ha dato i vaccini all’America (e al mondo) grazie alla sua leadership nella mobilitazione delle case farmaceutiche e degli scienziati. Preso lui stesso il Covid, si è poi comunque vaccinato, il che dovrebbe essere lo spot più diretto per favorire la campagna. Peraltro, ha anche invitato esplicitamente, e più volte, gli americani a vaccinarsi.
L’obiettivo mancato del 70% degli americani vaccinati entro luglio
Biden, dal canto suo, aveva promesso di vaccinare il 70% di americani entro inizio luglio, e ha mancato l’obiettivo. I sondaggi sulla sua presidenza, dopo i 100 giorni della cosiddetta luna di miele, stanno prendendo una pessima piega per lui. Qualche giorno fa, la Gallup ha rilevato che gli americani che giudicano Biden positivamente sono solo il 50%, con il 45% che già lo valuta negativamente. Anche per un altro sondaggista, Rasmussen, Biden ha il 50% di giudizi positivi, e il 48% di contrari. Non solo Obama, ma anche lo stesso Donald Trump, dopo lo stesso tempo passato da presidente, erano messi meglio.
Ecco perché, nella Casa Bianca e nelle province mediatiche pro Democratici, si segnala un certo panico. Un presidente che era stato eletto, in sostanza, non per le sue qualità ma perché non si chiamava Trump, non dovrebbe veder sciogliere il capitale politico accumulato con 80 milioni di schede nelle urne del novembre scorso in un solo semestre. Eppure, è quello che gli sta succedendo.
Come reagire al grave calo di popolarità? Biden, e gli alleati suoi nella stampa, hanno visto che le attività in congresso del partito di Nancy Pelosi e di Chuck Schumer, pur con le idee di welfare e di «lotta alla povertà» che sono le più progressiste dai tempi di Lyndon Johnson, non stanno portando credibilità ai DEM, e soprattutto non daranno voti fra 15 mesi. Di qui, il tentativo di tornare a puntare tutto su Trump, nel senso di rivitalizzare la polemica sui Repubblicani che sono antivax, e che con il loro atteggiamento “scettico” aiutano la variante delta.
La tesi, in verità, ha qualche pezza d’appoggio in altre risposte dello stesso sondaggio Hill-HarrisX, che rivelano una maggiore resistenza a vaccinarsi da parte dei conservatori: tra coloro che non si sono vaccinati, infatti, troviamo il 38% di votanti di Trump e il 30% di votanti di Biden.
Ma gli Afro-Americani si stanno vaccinando?
I Democratici sperano che questo divario si allarghi, ma intanto non possono ignorare che sul fronte del GOP si stia facendo sempre maggiore chiarezza sulla linea giusta per battere il Covid, e la sua variante: andate a vaccinarvi, fatelo senza porre tempo in mezzo. Lo hanno detto, nelle ultime settimane, il capo della minoranza dei senatori repubblicani, Mitch McConnell, il numero due dei Repubblicani Steve Scalise e, sul fronte mediatico, addirittura Sean Hannity, uno dei conduttori di Fox News più trumpiani e con un seguito di fedelissimi conservatori. Non solo Trump, dunque, è schierato a favore del “vaccino subito”, e ciò rende impossibile il tentativo dei DEM e di Biden di dare la colpa al GOP per il fallimento di Biden di raggiungere l’obiettivo della vaccinazione di massa.
Chi attacca i Repubblicani per la loro resistenza a vaccinarsi tace, in malafede, su quella di un’altra fetta della popolazione che è identificabile, per oltre il 90%, con la sinistra e i Democratici: gli afro-americani.
Il Mississippi, Stato in maggioranza repubblicano, viene spesso citato per il suo basso tasso di vaccinati. Ma nella popolazione di quello stesso Stato ci vive un 37,8% di neri. Perché non vengono ritenuti, almeno, corresponsabili della bassa percentuale di vaccinati? Tra l’altro, secondo una recentissima rilevazione del CDC (Centro governativo per il controllo delle malattie), in America tra chi ha ricevuto almeno una dose del vaccino il 59% sono bianchi, in linea con la percentuale dei bianchi nell’intera popolazione, che è pari al 61%.
Gli afro-americani vaccinati con almeno una dose sono solo il 9%, contro il 13,4% che è il loro peso nella popolazione, secondo il censimento nazionale. Del resto, non è un mistero che tra i neri ci fossero gli scettici: per motivi vari, dalla religione alla diffidenza anti sistema e anti bianchi, o per ignoranza. Così come tra i Repubblicani e i conservatori: perché libertari, per malintesa polemica verso Fauci, per assurda radicalizzazione politica, o per ignoranza. Di questi ultimi sui media si sente parlare sempre, dei neri mai.
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