Negli Stati Uniti una nuova ondata di licenziamenti sta colpendo le professioni con stipendi medio-alti. La situazione.
Dopo l’aumento dei contagi da coronavirus osservato negli ultimi giorni, potremmo assistere a una seconda ondata di licenziamenti in cui a essere colpiti potranno essere le persone con uno stipendio medio-alto.
Questo è quanto sta accadendo negli Stati Uniti secondo Bloomberg Economics, per il quale al momento sono milioni i posti di lavoro in pericolo.
In seguito alle professioni che hanno subito per prime gli effetti del Covid-19, tra cui hotel e ristoranti, i prossimi a essere investiti, a causa di un effetto a catena, potrebbero diventare i cosiddetti “colletti bianchi” operanti nei settori immobiliari, finanziari e dei servizi.
Ondata di licenziamenti per gli stipendi medio-alti
Lo scenario previsto da diversi giornali statunitensi vede, dopo gli operai, una disoccupazione che toccherà inevitabilmente anche i supervisori e i quadri delle aziende.
Questi hanno comunque il vantaggio di poter contare generalmente su una situazione finanziaria più stabile e le possibilità di accedere ad una nuova carriera.
Tuttavia, per diverse società la riduzione dei propri dipendenti potrebbe essere definitiva, con i vertici pronti a ridimensionare in maniera permanente la propria organizzazione interna e il rischio di comprimere l’intero mercato del lavoro.
Inoltre, a causa di alcuni segnali che avevano illuso in una ripresa economica non avvenuta, alcuni di essi erano stati riassunti nelle proprie posizioni lavorative. Poiché si è trattato di un’illusione temporanea, si è innescata in seguito una nuova fase di licenziamenti.
Milioni di lavoratori a rischio disoccupazione
Non c’è solo la prospettiva di una ricaduta economica più lunga del previsto, ma si potrebbe arrivare ad una situazione sempre più difficile che comporterebbe la chiusura definitiva di alcune divisioni aziendali non più necessarie.
Infatti, milioni di americani risultano senza lavoro da diversi mesi, con una cifra salita a 6,5 milioni a luglio: la più alta negli Stati Uniti dal 1948, secondo quanto riferito dal Dipartimento del lavoro.
Nello stesso mese i licenziamenti sono raddoppiati rispetto a marzo, quando era scoppiata la pandemia.
La situazione in Italia
In Italia, il blocco dei licenziamenti istituito dal governo lo scorso marzo e prorogato fino a fine anno ha scongiurato al momento dei dati catastrofici come quelli appena elencati.
Bisognerà vedere se il Recovery Fund e gli altri piani di investimento in agenda permetteranno di controllare il fenomeno o se, anche nel nostro Paese, i numeri della disoccupazione saranno così critici.
Infatti, secondo alcuni economisti, il vero rischio riguarda la possibilità di una riduzione dell’intera economia, con l’inevitabile conseguenza che le aziende non avranno più bisogno dello stesso numero di lavoratori su cui si faceva affidamento in tempi di pre-crisi.
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