Le mance dei dipendenti vanno tassate anche se arrivano dai clienti perché considerate reddito da lavoro. Una sentenza della Cassazione impone il pagamento.
Ora le mance dei lavoratori dipendenti si possono tassare secondo la sentenza 26512 della Cassazione depositata ieri.
Il pagamento delle tasse sulle mance è dovuto, perché la mancia viene assimilata a reddito da lavoro anche se viene da terzi, i clienti.
L’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi i (TUIR), nel testo successivo alla riforma dell’Irpef del 2004, considera reddito da lavoro dipendente non solo il salario che proviene in senso stretto dal datore di lavoro.
Sulla base di queste norme, anche le mance sono tassate. Vediamolo nel dettaglio.
Le mance dei lavoratori si possono tassare anche se vengono dai clienti
Le mance si possono tassare. Lo ha stabilito la Cassazione leggi alla mano perché l’articolo 51 del Testo unico delle imposte sui redditi di cui abbiamo detto, introduce una definizione onnicomprensiva di reddito da lavoro dipendente.
Secondo quella definizione il reddito da lavoro dipendente “è costituito da tutte le somme e i valori in genere, a qualunque titolo percepiti nel periodo d’imposta, anche sotto forma di erogazioni liberali, in relazione al rapporto di lavoro. Si considerano percepiti nel periodo d’imposta anche le somme e i valori in genere, corrisposti dai datori di lavoro entro il giorno 12 del mese di gennaio del periodo d’imposta successivo a quello cui si riferiscono.”
Pertanto nel reddito da lavoro rientrano anche le mance, anche quando non sono ricevute direttamente dal datore di lavoro, ma che in ogni caso hanno origine proprio dal rapporto di lavoro dipendente, sebbene il lavoratore non possa farvi affidamento. La vicenda alla base della sentenza riguarda l’Agenzia delle Entrate e il lavoratore di un lussuoso hotel.
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Le mance si possono tassare: la vicenda
La vicenda che ha portato alla sentenza della Cassazione che tassa le mance ha come protagonisti l’Agenzia delle Entrate e un lussuoso Hotel a 5 stelle della Costa Smeralda.
La Cassazione ha accolto il ricorso dell’Agenzia in merito a una disputa con il capo ricevimento dell’albergo. Secondo il Fisco le mance dei clienti hanno portato al capo ricevimento, dipendente dell’hotel, 84mila euro in un solo anno.
Per il Fisco quel reddito, non una cifra irrisoria, è stato considerato reddito da lavoro dipendente non dichiarato. Il lavoratore è stato accusato di evasione e di conseguenza si è rivolto ai giudici.
Per la Commissione tributaria regionale l’accusa dell’Agenzia delle Entrate non poteva contare su norme a sostegno. Per la Commissione le mance non erano tassabili perché non considerate come reddito da lavoro dipendente dato il carattere aleatorio delle stesse e perché derivanti dal cliente e non dal datore di lavoro.
La Cassazione ieri, consultando sempre il TUIR, ha ribaltato quel giudizio. Una sentenza che arriva a favore dell’Agenzia delle Entrate nonostante la circolare n.3/2018 della stessa escluda dalla tassazione le donazioni di modico valore rifacendosi all’articolo 783 del Codice civile.
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