Pandemia finita con Omicron: la conferma dell’OMS

Giorgia Bonamoneta

23 Gennaio 2022 - 23:56

È tempo di dire addio alla pandemia e riprenderci la tanto agognata normalità. Per quanto ci stiamo avvicinando alla fase di controllo, ci sono ancora alcuni interrogativi. Cosa dice l’OMS?

Pandemia finita con Omicron: la conferma dell’OMS

La pandemia di coronavirus sta per finire? Le dichiarazioni dell’OMS si susseguono da giorni e possono apparire discordarti. C’è chi annuncia la fine della pandemia, chi l’inizio di una fase di controllo (endemica) e chi, come Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha spiegato che “questa pandemia non è affatto finita”. Tre frasi diverse, ma nessuna delle tre è errata o contraddice l’altra. Com’è possibile?

La pandemia è destinata, come qualsiasi altra, ad avere una fase di controllo, cioè di coabitazione con l’essere umano. Dobbiamo conviverci, proprio come stiamo facendo con altre malattie. La speranza è convivere con una variante meno aggressiva, per quanto molto contagiosa. Viene in mente un paragone semplice e immediato con il raffreddore: molto contagioso, ma non pericoloso.

Lo scenario migliore è proprio questo: la variante Omicron (o una variante meno mortale) diventa dominante e l’essere umano riesce a convivere con il virus fino a eradicarlo. Il modo migliore perché questo avvenga è uno soltanto: vaccinare quante più persone possibili al mondo.

La variante Omicron mette fine alla pandemia: lo scenario inglese

Chi non conosce almeno una persona che si è contagiata nelle ultime settimane? Poco prima di Natale è apparso chiaro che la variante Omicron stava dando uno sprint formidabile alla diffusione del virus e ancora oggi, un mese dopo, vediamo gli effetti sul bollettino quotidiano. Una differenza importane rispetto allo scorso anno è il numero di morti e delle ospedalizzazioni rispetto al numero dei contagiati.

Se a gennaio 2022 possiamo vivere quasi normalmente è per due fattori: la campagna di vaccinazione e il dominio di Omicron sulle altre varianti. L’OMS ha iniziato a lanciare messaggi di speranza, come David Nabarro che ha detto di vedere una luce in fondo al tunnel. Ma, perché c’è sempre un ma, la pandemia non è ancora finita.

Lo scenario inglese è quello più avanzato sull’andamento della pandemia e della variante. Iniziando prima la curva dei contagi, la popolazione inglese è quasi del tutto immunizzata, tra guarigioni e vaccinazioni. Dopo aver contato centinaia di migliaia di casi al giorno, nel Regno Unito si iniziano a segnalare sempre meno contagi, con quote sotto ai 100 mila al giorno da diversi giorni. Un segnale di ripresa, di “luce in fondo al tunnel”, che ha permesso a Boris Johnson di eliminare, a partire dal 26 gennaio, due restrizioni obbligatorie: le mascherine e il green pass.

La variante Omicron mette fine alla pandemia o forse no

Dati positivi, di speranza, ma non ancora un via libera ai festeggiamenti per la fine della pandemia. Per il virologo Fabrizio Pregliasconon saremo fuori totalmente dalla pandemia, arriveremo presumibilmente a un livello di tollerabilità e di riduzione dei casi”.

La nuova fase di tollerabilità, come l’ha chiamata Pregliasco, altro non è che la fase di controllo, cioè quella endemica. Le fasi di una pandemia sono 5:

  • emersione e impatto globale
  • decelerazione (il possibile stato attuale)
  • controllo (endemia)
  • eliminazione
  • eradicazione

Potrebbe essere arrivato il momento della decelerazione, ma la speranza deve essere accompagnata dai fatti. È stata la popolazione, che tra guarita e vaccinata, ha costruito una barriera contro la variante Omicron. La fase endemica non è assolutamente scontata. L’idea di essere prossimi alla fine deve essere presa con le pinze e non per allarmismo.

Lo ha ricordato anche l’epidemiologo Paolo Bonanni: “l’unica malattia infettiva che è stata eradicata finora è il vaiolo”. Per le altre la fase endemia è una sorta di trincea, di stallo. Il problema della pandemia di coronavirus, primo evento pandemico davvero globale, è la possibilità di nuove varianti. Una parte della popolazione mondiale infatti non è ancora vaccinata ed è in queste che il virus rischia maggiormente di subire una mutazione. Gli esiti, come per la variante Omicron, non sono prevedibili.

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