Il lavoratore usurante che intende accedere alla pensione anticipata con quota 97,6 quanti anni e quanti contributi deve avere?
Il lavoratore usurante, proprio in virtù del fatto che svolge un lavoro faticoso sia fisicamente che mentalmente, ha diritto a precise agevolazioni lato previdenziale e proprio per questo può andare in pensione prima della generalità dei lavoratori. La misura specifica per i lavoratori usuranti, tra i quali rientrano anche i lavoratori notturni, è la quota 97,6 .
Rispondiamo ad un lettore di Money.it che ci scrive:
“Per chi come me che fa il lavoro notturno già da molti anni , oltre 20 con notti che oscillano fra le 80 e 90 ed ha 53 anni di età e 32 di contributi come verrà conteggiato il fattore 97.6 per andare in pensione prima? Vi ringrazio sin da ora”.
Quota 97,6 per lavoratori usuranti
La pensione con la quota 97,6 per i lavoratori usuranti permette sicuramente un anticipo pensionistico ma bisogna centrare non solo la quota (somma di età e contributi) ma anche particolari paletti anagrafici e contributivi.
La quota 97,6 richiede almeno di aver compiuto i 61 anni e 7 mesi ed almeno 35 anni di contributi versati oltre al raggiungimento della quota stessa per i lavoratori dipendenti, mentre per i lavoratori autonomi la quota da raggiungere è 98,6 con almeno, fermi restando i 35 anni di contributi, 62 anni e 7 mesi di età.
Per i lavoratori notturni, poi, la quota necessaria per l’uscita varia in base alle notte annue svolte: per chi lavora almeno 78 notti l’anno la quota raggiungere è sempre 97,6 (98,6 per gli autonomi) che si alza in presenza di meno notti lavorate ogni anno.
Per chi svolge tra le 72 e le 77 notti l’anno è richiesta la quota 98,6 (99,6 per gli autonomi) con almeno 62 anni e 7 mesi di età ed almeno 35 anni di contributi. Per chi di notti ne svolge tra le 64 e le 71 l’anno la quota da rispettare è 99,6 (100,6 per i lavoratori autonomi) con almeno 63 anni e 7 mesi ed almeno 35 anni di contributi versati.
L’INPS a tal proposito rammenta che questi requisiti rimarranno bloccati fino al 31 dicembre 2026 e non subiranno, pertanto, gli adeguamenti all’aspettativa di vita Istat.
Nel suo caso, pur essendo molto vicino al requisito contributivo per l’accesso le mancano in ogni caso diversi anni per raggiungere il requisito anagrafico. Potrà accedere, sempre che dopo il 2026 non vengano aumentati i requisiti in oggetto, al compimento dei 61 anni e 7 mesi in presenza di oltre 40 anni di contributi versati che, in ogni caso, ad oggi è il traguardo che per primo le permetterebbe l’uscita dal mondo del lavoro.
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