Andare in pensione anticipata è possibile. L’attuale sistema previdenziale prevede infatti una serie di possibilità rivolte ai lavoratori che ne rispettano i requisiti di accesso.
Pensione anticipata, quali sono le strade percorribili? La crisi di governo che ha infervorato il mese di agosto non ha potuto fare a meno di mettere l’accento sul tema previdenziale, in particolare sull’incerto destino della riforma di Quota 100.
Gli italiani, spaesati da una già difficile situazione politica, si trovano ora a fare i conti con il tema pensioni e, soprattutto, domandandosi come accedere alla pensione anticipata indifferentemente da quello che sarà il futuro di Quota 100 con il prossimo governo.
Dopo anni di lavoro la pensione anticipata non può che essere il sogno di molti. Se anche l’aspettativa di vita si è molto alzata rispetto a qualche decennio fa, con lei anche i ritmi sono diventati frenetici e stress e stanchezza da lavoro, non possono essere sottovalutati.
Ad oggi le strade sicure che è possibile vagliare per ottenere il tanto agognato scivolo di pensionamento sono due: Quota 41 per i lavoratori precoci e pensione anticipata. Vediamo quindi cosa prevedono le due misure.
Pensione anticipata con Quota 41, i requisiti
Quota 41, la prima opzione, si rivolge ai lavoratori precoci. Ovvero a tutte quelle persone che hanno iniziato a lavorare prima di aver compiuto la maggiore età.
Prima della riforma Fornero del 2012 questa categoria di lavoratori poteva accedere alla pensione raggiunti i 40 anni di contributi versati; quindi con un’età anagrafica minore dei 60 anni.
La legge Fornero ha invece cambiato i requisiti portandoli a 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini, e 41 anni e 10 mesi per le donne. Dopo anni di lotta i sindacati, con la riforma della Legge di Bilancio 2017, sono riusciti a riportare il tetto massimo contributivo a 41 anni per tutta la categoria, Quota 41 per l’appunto.
Oggi quindi, possono chiedere il pensionamento con Quota 41 tutti lavoratori che al compimento del 19° anno di età abbiano maturato almeno un anno di contributi versati, con il raggiungimento dei 41 anni di contributi al momento della richiesta. Bisogna inoltre in una delle seguenti categorie:
- stato di disoccupazione a seguito di cessazione del rapporto di lavoro per licenziamento, anche collettivo, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale nell’ambito della procedura di cui all’articolo 7, legge 15 luglio 1966, n. 604 e conclusione integrale della prestazione per la disoccupazione da almeno tre mesi;
- invalidità superiore o uguale al 74% accertata dalle competenti commissioni mediche per il riconoscimento dell’invalidità civile;
- assistono, al momento della richiesta e da almeno sei mesi, il coniuge o un parente di primo grado convivente con handicap in situazione di gravità ai sensi dell’articolo 3, comma 3, legge 5 febbraio 1992, n. 104, ovvero un parente o un affine di secondo grado convivente qualora i genitori o il coniuge della persona con handicap in situazione di gravità abbiano compiuto 70 anni oppure siano affetti da patologie invalidanti o siano deceduti o mancanti;
- hanno svolto attività particolarmente faticose e pesanti ai sensi del decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67 (attività usurante di cui al decreto del Ministro del Lavoro e della Previdenza Sociale 19 maggio 1999, addetti alla linea catena, lavoratori notturni, conducenti di veicoli di capienza complessiva non inferiore a nove posti, adibiti al trasporto collettivo);
- sono ricompresi tra le categorie di lavoratori dipendenti previste dall’Inps e hanno svolto l’attività lavorativa cd. gravosa per almeno sette anni negli ultimi 10 anni di attività lavorativa, ovvero, per almeno sei anni negli ultimi sette anni di attività lavorativa.
Con la riforma del 2019 ad opera del governo gialloverde è stata sospesa l’aspettativa di vita fino al 2026 introdotta dalla precedente legge Fornero e, al suo posto, è stata introdotta una finestra di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
Pensione anticipata, i requisiti
La seconda opzione disponibile è la richiesta di pensionamento anticipato che tutti i lavoratori possono richiedere, indipendentemente dall’età anagrafica, avendo maturato i seguenti requisiti contributivi:
- Uomini 42 anni e 10 mesi di contributi versati;
- Donne 41 anni e 10 mesi di contributi versati.
Anche per la richiesta di pensione anticipata la riforma 2019 ha bloccato l’innalzamento del requisito contributivo derivante dall’aspettativa di vita, fino al 2026, inserendo anche qui una finestra di tre mesi dalla maturazione dei requisiti.
Una terza possibilità verte sulla Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, ma non è per tutti; prevede un anticipo dai 5 ai 10 anni sull’età di pensione di vecchiaia, 67 anni, solo nel caso in cui il lavoratore abbia aderito ad un fondo pensione per almeno cinque anni.
La misura prevede inoltre come unico altro requisito un minimo contributivo di 20 anni e la domanda va presentata al fondo pensione a cui si è scelto di aderire; essendo una misura istituzionale non ha scadenza.
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